In occasione del Salone del Mobile, che si terrà a Milano dal 9 al 14 aprile 2019, AML (Architectural Maker Lab) del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Pavia partecipa con CrippaConcept al Fuorisalone 2019 negli spazi di DDN PHUTURE in Piazza Castello. AML propone la mostra fotografica “Nuovi Sogni. Let’s go to the beach! 1850. Bathing Machines” che propone le immagini delle prime architetture per il turismo balneare. (English below)

Architetture mobili che anticipano le cabine che oggi caratterizzano le spiagge europee. Negli stessi spazi AML presenta anche i progetti e i modelli in stampa 3D realizzati all’interno del workshop “Mobil House Ecolab” dell’Università di Pavia.

Maggiori informazioni su www.unipv.it/aml

Nuovi sogni.Tutti al mare!

Le vacanze al mare, una cosa che oggi diamo quasi per scontato, è un rituale relativamente recente. Il bisogno di ristabilire un rapporto con la natura, la stessa natura da cui l’uomo in passato si è protetto costruendo la propria casa e la città, è una condizione che possiamo far risalire all’800, secolo in cui una serie di fattori ha spinto l’uomo alla scoperta di nuovi paesaggi e a stabilire un nuovo rapporto con il mare. Tutto inizia in Inghilterra quando sull’onda del Romanticismo i primi turisti si recano al mare per provare dal vivo le emozioni dei paesaggi rappresentati dai pittori; si utilizza per la prima volta la ferrovia, nata per trasportare i prodotti delle città industriali ai porti, utile anche per raggiungere le spiagge in tempi brevi. La natura e il paesaggio marittimo rappresentano a partire da questo periodo un rimedio per la salute all’inquinamento delle città e i medici identificano nel mare un luogo terapeutico per il corpo e per la mente.L’uomo comincia a guardare al mare, che prima era considerato ostile e pericoloso, con uno sguardo nuovo; le spiagge diventano nell’immaginario collettivo il luogo della salute, del piacere e del tempo libero: nasce il turismo balneare.«L’aria del mare e il bagno nel mare insieme erano qualcosa di infallibile, l’uno o l’altro di loro sono una soluzione per qualsiasi problema di salute» Jane Austen, Sandition

Bathing Machines

A partire dal 1850 si diffondono sulle spiagge inglesi – e poi in Francia, Belgio e Germania – le Bathing Machines, delle piccole strutture architettoniche trasportabili che venivano trainate da cavalli o da uomini nel mare per consentire di spogliarsi e di immergersi in acqua rispettando il pudore richiesto dalla cultura dell’epoca.

«Immagina per te una piccola e accogliente camera di legno, fissata su di una carrozza, con una porta alle due estremità, e su ogni lato una finestrina sopra e una panchina sotto.Il bagnante, che sale in questo appartamento da gradini di legno, si chiude dentro, e comincia a spogliarsi, mentre un inserviente con un cavallo trascina la bathing machines in avanti, finché la superficie dell’acqua non si trova all’altezza del pavimento dello spogliatoio […]. La persona dentro spogliata apre la porta verso il mare aperto […] e si tuffa a capofitto nell’acqua – Dopo essersi fatto il bagno, risale nella bathing machines e si mette i suoi vestiti a suo piacimento, mentre la carrozza si ritira sulla terra asciutta». Tobias Smollett, The expedition of humphrey clinker (1812) Attraverso la proposizione di immagini fotografiche dell’800, che raccontano il turismo balneare nato con le Bathing Machines, si vuole rilanciare il sogno della vacanza all’aria aperta, con la stessa capacità visionaria di chi, inventando una semplice architettura mobile, ha rivoluzionato il modo di trascorrere il tempo libero a contatto con la natura.

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