Si diplomano i ragazzi del terzo anno attori della Scuola di teatro Teatro Fraschini e Università di Pavia, mettendo in scena uno spettacolo tratto da “Ubu Roi” di Alfred Jarry. Venerdì 21 dicembre 2018, alle ore 21.00 si apre il sipario del Teatro Fraschini di Pavia (ingresso libero) con “Ubu è diventato Re”, dedicato al personaggio di re Ubu che nasce come beffa di un gruppo di liceali ai danni di un docente nella Francia del 1896.
Una storia semplice: un uomo stupido, pavido e avido al contempo, e la sua compagna vogliono impadronirsi del Potere. Comandare sugli altri e su tutto. Il popolo un po’ bue li segue accecato. E non andrà neanche tanto male. Padre Ubu e Madre Ubu la fanno franca. Da allora l’autore Alfred Jarry diviene uno dei più geniali precursori dell’antiteatro novecentesco.
Il giovane autore è partecipe del disagio avvertito dai contemporanei nei confronti del teatro borghese. Così il suo Ubu Roi è una messa in discussione degli schemi ereditati dal teatro classico con uno sguardo critico e fortemente innovativo. Attraverso la mescolanza di stile nobile e popolare, di arcaismi ed espressioni gergali, di metafore elevate e vocaboli carnevaleschi, uniti all’uso del non sense, dei giochi di parole che svuotano di significato il linguaggio, Jarry deforma e parodizza la lingua della forma tragica, conferendole un’espressività dirompente, che contribuisce a scompaginare l’identità linguistica dei personaggi, il cui rango di appartenenza imporrebbe un modo di esprimersi all’altezza del loro ruolo.
Gli allievi del corso sono Kavita Albizzati, Martina Bassi, Chiara Benzi, Giulia Caccialanza, Vittorio Chino, Brunella D’Andrea, Alice Ferraglio, Luca Milanesi, Edoardo Pisati, Paola Polifrone, Laura Sica, Ludovica Taurisano, Daniele Uccellari.
Il team di insegnanti (Fabrizio Fiaschini, Isadora Angelini, Micaela Piccinini) è coordinato da Angela Malfitano, che è anche regista dello spettacolo, e che così lo presenta: “un lavoro sui caratteri dei personaggi e sul grottesco, partendo proprio dalle figure della commedia dell’arte cinquecentesca e che Dario Fo ha saputo così bene interpretare, per portarli alla deformazione dei tempi moderni visto che Ubu Roi è un testo attuale e dissacrante, sempre contro il Potere. Dunque il nostro lavoro ha cercato di concludere l’arco sul lavoro dell’attore anche in una visione storica: come il teatro del Novecento, che è passato attraverso lo sguardo disincantato del teatro brechtiano, restituendoci un attore che guarda da fuori al suo fare sulla scena. Le possibilità infatti che ci dà il testo di Jarry sono molteplici: credere e non credere nelle istanze del proprio personaggio; gestire le battute come necessità e urgenza del dire ma anche con lo sguardo esterno e ironico dell’attore che gioca col proprio personaggio mostrando l’assurdità della scena o il ridicolo del personaggio. Ci siamo concessi anche di lasciare, in parte, il lavoro sulla dizione per ritornare al gioco delle parlate regionali italiane. Infatti per i due protagonisti Padre e Madre Ubu, e i loro soldati, abbiamo reinterpretato delle calate lombardo-venete. Per tutti i personaggi il lavoro è stato quindi di ricerca del grottesco, ma anche di un risvolto tragico, inquietante del proprio personaggio. Caratteri forti, maschere, espressività marcata, uso fondamentale del corpo dell’attore. E infine, una messa in scena che metta in risalto la dimensione corale del testo ma anche del nostro gruppo di giovani attori che giungono a un traguardo faticosamente guadagnato in questi preziosi e intensi tre anni insieme”.
Il Corso Attori del Teatro Fraschini e dell’Università di Pavia arriva al 18° anno d’età.
Insegnanti del triennio: Isadora Angelini, Maurizio Cardillo, Ambra D’Amico, Fabrizio Fiaschini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Micaela Piccinini, Annig Raimondi.
Guarda le foto dello spettacolo, pubblicate sull’Archivio fotografico digitale dell’Università di Pavia: