Si conclude il progetto “EPIresistenze“ di cui l’Università di Pavia è capofila con il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente. Co-finanziato da Regione Lombardia sul Bando per progetti di ricerca in campo agricolo e forestale e da Corteva Agriscience, azienda leader nel settore dei prodotti fitosanitari, ha visto tra i partner: Agricola 2000 S.C.p.A., la Società Agraria di Lombardia, l’Accademia dei Georgofili e il Distretto agricolo delle risaie lomelline.
Il progetto ha affrontato la problematica delle resistenze agli erbicidi nei Giavoni di risaia con una metodologia multidisciplinare e innovativa. La resistenza agli erbicidi rappresenta la capacità di alcuni individui di una specie infestante di sopravvivere alla dose di erbicida normalmente impiegata per il loro controllo.
Lo sviluppo e la diffusione di infestanti resistenti sono favoriti dall’uso ripetuto e costante di una gamma ristretta di erbicidi con il medesimo meccanismo d’azione a seguito dei vincoli imposti dalla normativa europea (Reg. EU 1107/2009) che ha limitato la disponibilità di sostanze attive autorizzate sul mercato. Anche la mono-successione favorisce la selezione di popolazioni resistenti.
Il problema delle resistenze causa un danno economico importante per l’agricoltura, ma ha anche ricadute ambientali pesanti, obbligando il risicoltore a effettuare diserbi più frequenti.
Il progetto “EPIresistenze” ha analizzato la variabilità delle resistenze nei Giavoni di risaia, identificando i meccanismi epigenetici che ne regolano la manifestazione e valutando i fattori ecologici che li influenzano.
Responsabile scientifico per l’Ateneo pavese la Prof.ssa Maura Brusoni che dichiara: “I risultati dimostrano come la maggior parte delle resistenze non sia dovuta a mutazioni genetiche, ma rappresenti una risposta metabolica dell’infestante nei confronti dell’erbicida che come fattore di stress può agire con due differenti modalità: innescando modificazioni epigenetiche, come la metilazione del DNA e la stimolazione dei microRNA, che silenziano l’espressione dei geni responsabili delle resistenze, sensibilizzando l’infestante o al contrario non innescando tali modificazioni e permettendo la sovra-espressione degli stessi geni che consente alla pianta di detossificare le molecole erbicide e di sopravvivere”.
Continua la docente: “Il progetto ha inoltre evidenziato come, tra i fattori ecologici che possono influenzare i meccanismi epigenetici, la diversità microbica del suolo abbia un ruolo importante. In particolare è stata rilevata una maggiore frequenza di resistenze regolate da meccanismi epigenetici in risaie caratterizzate da bassa biodiversità del suolo. Questo risultato suggerisce che conservare e migliorare la biodiversità del suolo, attraverso una migliore gestione agronomica che preveda una lavorazione minima del terreno, la concimazione organica, la realizzazione di cover crops e l’applicazione di fertilizzanti biostimolanti, può essere utile per controllare l’insorgenza delle resistenze in modo più sostenibile, utilizzando meno erbicidi e avendo un minore impatto sull’ambiente.”
Nel convegno conclusivo del progetto – che si terrà martedì 21 marzo 2023 alle ore 14:30 in modalità mista presso l’Accademia dei Georgofili a Firenze – saranno presentati i risultati, dando particolare rilievo alla loro fruibilità sul piano operativo, poiché contribuiscono a migliorare le conoscenze sulle resistenze e a sviluppare strategie agronomiche di controllo delle infestanti più mirate, efficienti e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Per partecipare al convegno sarà necessario compilare entro le ore 14:00 di lunedì 20 marzo 2023 il form di registrazione.
Per la partecipazione online gli iscritti riceveranno le credenziali di accesso alla piattaforma web.
Locandina Convegno conclusivo EPIresistenze
Per informazioni e contatti: progettoepiresistenze@gmail.com
Sito del progetto: https://epiresistenze.unipv.it/