Giovedì 25 ottobre 2018, il secondo appuntamento degli incontri pubblici serali di approfondimento che accompagnano il corso in “Storia delle mafie italiane”, tenuto presso il Collegio Santa Caterina da Siena di Pavia dal professor Enzo Ciconte e riconosciuto dall’Università di Pavia e dalla Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia.

Quest’anno il filo conduttore dei cinque appuntamenti, tutti a ingresso libero e con inizio alle ore 21.00, è una panoramica dei reati di mafia a partire dalla norma capostipite, il 416 bis del Codice Penale che ha istituito il reato di associazione di tipo mafioso.

Il relatore di questa serata sarà Giuseppe PIGNATONE, procuratore della Repubblica di Roma, che ha lavorato per più di 30 anni al tribunale di Palermo. In base alla sua esperienza il magistrato, protagonista di indagini su Cosa Nostra e su Mafia Capitale, parlerà de “IL 416 BIS DA PALERMO A ROMA”.

Siciliano, classe 1949, Giuseppe Pignatone è dal marzo del 2012 il procuratore capo di Roma. Figlio di Francesco Pignatone, deputato DC negli anni ’50, entra in magistratura nel ’74 e dopo una breve parentesi come pretore a Caltanissetta, nel ’77 viene trasferito alla Procura della Repubblica di Palermo come sostituto. Nel 2000 è Procuratore aggiunto e resta nel capoluogo siciliano fino al 2008. A Palermo Pignatone collabora a lungo con Pietro Grasso, allora Procuratore capo (ed ex Procuratore nazionale antimafia), nella conduzione della Direzione Distrettuale Antimafia. Porta a termine numerose indagini contro Cosa Nostra facendo condannare capi e gregari della criminalità organizzata siciliana. Negli anni ’80 contribuisce all’incriminazione dell’ex sindaco Vito Ciancimino poi condannato per Mafia. Sua la firma anche sull’inchiesta che porta all’arresto di Totò Cuffaro, allora Presidente della Regione Sicilia, poi condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, come suo è il coordinamento delle indagini che hanno portato all’arresto del superlatitante Bernardo Provenzano. Tra le inchieste seguite da Pignatone, anche quella che ha portato a far luce sulla strage di Capaci e quella che ha portato alla cattura del boss dei boss: Totò Riina. Nel 2008 viene nominato Procuratore capo di Reggio Calabria. Incarico che mantiene sino al 2012. In Calabria Pignatone continua la sua attività contro la criminalità organizzata e, tra le più importanti operazioni portate a termine, spicca l’inchiesta che ha consentito di svelare il carattere unitario della ‘ndrangheta con organismi di vertice (simili alla cupola di Cosa nostra). Per il suo impegno contro la criminalità organizzata Pignatone è stato oggetto di intimidazioni e minacce, in particolare il 5 ottobre 2010 viene trovato, a seguito di telefonata anonima, un bazooka dinanzi la sede della Procura della Repubblica di Reggio. Come procuratore capo a Roma coordina le indagini che portano nel dicembre 2014 all’arresto di 28 persone nel contesto dell’inchiesta nota come Mafia Capitale. L’11 settembre 2018 la terza sezione della Corte d’Appello di Roma emette le sentenze di condanna di secondo grado riconoscendo la sussistenza del disposto dell’art. 416 bis c.p. cioè del “metodo mafioso”.

In allegato il programma completo degli incontri:

Calendario incontri

Si legga anche l’articolo introduttivo al ciclo:

11 ottobre – 416 bis & Co. I reati di mafia