Come avviene ormai da 32 anni, questa settimana l’albergo Olimpia del Brallo vede l’arrivo dei dottorandi in Biochimica che per tre giorni presenteranno e discuteranno le loro ricerche.

Lo faranno tra loro e con ricercatori più anziani e vivranno in un ritiro che è, insieme, scientifico e spirituale.

I dottorandi provengono da università italiane distribuite uniformemente sul territorio (vedi cartina) e le loro spese di viaggio e soggiorno saranno sostenute dagli atenei e dalla Società Scientifica dei Biochimici, una associazione scientifica che si regge finanziariamente solo sulle iscrizioni e donazioni dei docenti di Biochimica.

Quest’anno, per ragioni legate alla lotta alla pandemia, questi giovani ricercatori si divideranno tra coloro i quali saranno presenti fisicamente e i molti che si collegheranno online dalle proprie sedi. Lo sforzo dei presenti sarà quello di creare vicinanza e dialogo con chi parteciperà da remoto, con l’obiettivo di costruire e valorizzare l’integrazione e la rete dei contatti tra questi giovani e brillanti scienziati, che costruiranno l’identità scientifica del paese dei prossimi decenni.

Il territorio li accoglierà per tre giorni e la comunità intera può essere fiera di ospitare da 32 anni un evento di questo tipo. Orgogliosi e consapevoli, oggi più che mai, in un tempo in cui ci s’interroga sul metodo di lavoro della comunità scientifica e su come quest’ultima cerchi di valorizzare i talenti straordinari che il Paese non può perdere.

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