L’Università di Pavia ha pubblicato il report Modelli matematici per controllare l’impatto sociale dell’epidemia, a cura di Mattia Zanella e Giuseppe Toscani del Dipartimento di Matematica.
Si tratta della quarta pubblicazione della serie “Idee per ripartire”, con cui l’Università di Pavia si propone di offrire alla città e al territorio alcune proposte per lo sviluppo dopo l’emergenza Covid-19 e per gestire la transizione alla fase 3. I primi tre report sono stati dedicati alla mobilità sostenibile, La mobilità in una città campus: spunti e riflessioni a cura di Andrea Zatti (giugno 2020), alle strategie d’impresa, Gestire e superare l’emergenza COVID: quali strategie e modelli organizzativi per le imprese a cura di Stefano Denicolai (luglio 2020) e agli spazi urbani, Utopia e urbanità nel paradigma del new normal, a cura di Marco Morandotti (settembre 2020).
Modelli matematici come strumento per controllare l’impatto sociale dell’epidemia propone nuovi strumenti matematici, sviluppati per comprendere la natura e l’intensità dei contatti sociali legati alla trasmissione del virus SARS CoV-2.
L’improvvisa pandemia causata dal virus SARS-CoV-2 ha comportato da parte dei governi centrali l’adozione di importanti restrizioni pubbliche, quali il distanziamento sociale e le politiche di lockdown. Tali misure di contenimento di tipo non farmaceutico hanno avuto l’obiettivo di ridurre il picco epidemico, al fine di garantire la salute pubblica e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale nei periodi di forte incremento del numero di infetti. Tali scelte sono state spesso basate su scenari forniti da modelli matematici di epidemiologia compartimentale, ossia modelli in cui la popolazione viene suddivisa in comparti dei quali viene simulata l’evoluzione epidemica e i relativi effetti sulle variabili socio-economiche.
“L’analisi svolta da Mattia Zanella e Giuseppe Toscani attraverso le matrici di interazione sociale – dichiara il rettore Francesco Svelto – permette di evidenziare come alcuni variabili chiave (età, attività, luogo) possano divenire utili termini di riferimento per adottare misure di contenimento mirate e maggiormente efficaci.
Congiuntamente, esse mettono in luce come l’epidemia generi un rischio tangibile di aggravamento delle disuguaglianze sociali, alimentando la polarizzazione dei redditi nelle fasce più alte e più basse, con il conseguente svuotamento della classe media. Secondo i risultati ottenuti, l’acuirsi delle disuguaglianze risulta molto rapido e il loro eventuale riassorbimento richiede, in assenza di politiche di accompagnamento, un orizzonte temporale lungo.
Le analisi quantitative in atto sono alla base anche di ulteriori prospettive di ricerca, in collaborazione con ATS e Policlinico San Matteo, atte in particolare alla previsione dei posti letto necessari al sistema sanitario regionale al fine di soccorrere gli individui con sintomatologie gravi.”