L’infezione da SARS-CoV-2 (il nuovo Coronavirus identificato come la causa della pandemia di COVID-19) induce i pazienti a sviluppare polmonite, causando anche lesioni miocardiche acute e danni cronici al sistema cardiovascolare.

La relazione tra COVID-19 e malattie cardiovascolari, evidenziata sin dall’inizio della pandemia, è stata oggetto di una approfondita analisi da parte di un gruppo di studio della Società Italiana di Ricerche Cardiovascolari (SIRC), pubblicata di recente su «GeroScience», il prestigioso giornale della Società Americana dell’Invecchiamento.

Tale pubblicazione, firmata come primo autore dal Prof. Francesco Moccia, Fisiologo presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “L. Spallanzani” e VicePresidente della SIRC, ha valutato i possibili fattori responsabili della maggiore incidenza di COVID-19 nei soggetti affetti da malattie cardiovascolari: età dei pazienti, ipossiemia e reazione infiammatoria sistemica conseguenti alle complicazioni polmonari, e inquinamento atmosferico.

Lo studio, che coinvolge ricercatori cardiovascolari provenienti da Atenei e Centri di Ricerca sparsi su tutto il territorio nazionale, è stato segnalato dall’editore Springer presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed è stato reso disponibile in modalità Open Access a causa della sua potenziale rilevanza per la cura del COVID-19.

Il gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Moccia, in collaborazione con altri colleghi del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, sta ora valutando la possibilità di contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 ai danni del sistema cardiovascolare riposizionando farmaci già in uso per la terapia dell’ipertensione.

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[Image by Gerd Altmann from Pixabay]

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