La simulazione di un disastro ferroviario, con oltre 100 tra morti e feriti, per testare l’efficacia e l’efficienza dell’intera macchina dei soccorsi in occasione di così gravi sciagure. L’esercitazione si è svolta domenica 28 ottobre 2018, a partire dalle 8.30, nell’area del deposito ferroviario della Sangritana, in località Torre della Madonna a Lanciano, e ha visto la partecipazione di alcuni studenti e masteristi del Master in Management delle emergenze sanitarie in ambienti ostili dell’Università di Pavia, in cui è docente il prof. Giovanni Ricevuti.

I dettagli dell’esercitazione – che rientra nelle iniziative previste dal Piano delle maxi emergenze sanitarie, approvato dalla giunta regionale dell’Abruzzo lo scorso maggio e tra i primi in Italia – sono stati illustrati a Pescara dall’assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci e dal dottor Alberto Albani, referente regionale dell’Abruzzo per le emergenze sanitarie e direttore del dipartimento emergenza-urgenza della Asl di Pescara.

Alle 9.00 è stato simulato un incidente ferroviario tra un treno passeggeri e un convoglio merci che trasportava materiale infiammabile. All’impatto sono seguiti un’esplosione e un incendio, con colonne di fumo visibili a grande distanza. A dare il primo allarme la Centrale soccorsi della Sangritana, che ha allertato i vigili del fuoco, che a loro volta hanno fatto partire la catena dei soccorsi.

Nell’area sono intervenute almeno 4 squadre, che hanno spento il rogo e messo in sicurezza la zona.

A quel punto è stato montato un PMA (presidio medico avanzato) per i feriti e un modulo NBCR (nucleare, biologico, chimico, radiologico) per monitorare i rischi ambientali dell’incidente. All’interno del PMA sono stati trasportati i feriti, poi trasferiti (con 4 elicotteri e le ambulanze di tutti e 4 i servizi 118 della regione) nei diversi ospedali abruzzesi a seconda della gravità e della complessità delle condizioni.

Da Roma sono arrivati, inoltre, 2 mezzi speciali (presenti solo in Italia) attrezzati per l’identificazione delle vittime attraverso l’esame immediato del DNA. Presente infine una speciale unità cinofila per rintracciare i dispersi. Un’operazione imponente, una delle più complesse organizzate finora nel Paese, che ha visto la presenza di centinaia di figuranti e l’interazione tra personale sanitario, forze dell’ordine, vigili del fuoco, prefettura, Comuni e associazioni di volontariato.

Il dottor Albani ha sottolineato come l’Abruzzo, a causa delle ripetute emergenze che si è trovato a dover fronteggiare negli ultimi anni, ha sviluppato un know-howunico in Italia, che viene preso a modello non solo da molte altre Regioni, ma anche all’estero.

“È la prima grande esercitazione di questo tipo – ha sottolineato Paolucci – che servirà non solo per verificare i tempi di risposta, soprattutto sotto il profilo sanitario, ma anche per monitorare le modalità di organizzazione di tutta la macchina dei soccorsi, la tempestività degli interventi, l’efficienza delle comunicazioni. Con un’attenzione particolare al livello addestrativo del personale coinvolto, perché la formazione degli operatori rappresenta la più grande risorsa nell’affrontare situazioni difficili e drammatiche, come purtroppo quelle che abbiamo vissuto in Abruzzo in questi anni. Con l’approvazione del Piano per le maxi emergenze oggi la Regione dispone di uno strumento che detta procedure ben definite in caso di necessità, con ruoli chiari e competenze ben precise, scongiurando sovrapposizioni e criticità”.

Guarda il video che AbruzzoLive.Tv ha dedicato all’esercitazione: link

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