Sabato 30 settembre 2017, alle ore 20.30, si alza il sipario del Teatro Fraschini di Pavia con la farsa in un atto di Gioachino Rossini “L’inganno felice”, prodotta dal Fraschini con uno staff di giovani cantanti. In scena un gruppo di attori tra i quali anche allievi della Scuola di Teatro promossa dall’Università di Pavia e dalla Fondazione Fraschini.

Il cast: Stefano Marra Bertrando, Shoushik Barsoumian (Isabella), Giuseppe Zema (Ormondo), Marco Bussi (Batone), Bruno Taddia (Tarabotto).
Direttore: Jacopo Brusa.
Regia: Beppe Soggetti.
Orchestra Virtuosi Brunenses.

Attori: Enrico Calvi, Francesco Colucci, Leonardo Fabini, Luca La Mantia, Sebastiano Pacchiarotti, Andrea Perin, Edoardo Pisati, Daniele Uccellari.

Per tutti coloro che sono curiosi di scoprire come nasce un’opera, come si sviluppa la regia, come si preparano i cantanti, l’orchestra, lunedì 25 settembre 2017 alle ore 15.00 e mercoledì 27 settembre alle ore 18.30 si potrà accedere gratuitamente alle prove.

Andato in scena per la prima volta l’8 gennaio 1812 al Teatro Giustiniani di San Moisè all’interno di cinque farse realizzate da un giovane Rossini, “L’inganno felice” ebbe un ragguardevole successo; fu allestito in teatri importanti, dal Carignano di Torino alla Scala di Milano (1816).

Per intreccio e qualità musicale appartiene al genere semiserio, che a cavallo tra Settecento e primo Ottocento ebbe fortuna nei teatri d’opera italiani e, sebbene fu di breve durata, è considerato di notevole importanza storica, per aver dato impulso alla diffusione del repertorio.

“L’inganno felice” si distingue dalle altre per la presenza di elementi seri, al punto di essere definita “melodramma romantico con elementi buffi”. L’antefatto è serio: Isabella, moglie del Duca Bertrando, ritenuta colpevole di adulterio dal marito, viene condannata a morire abbandonata su una barca; il Duca crede infatti alle calunnie del suo fidato Ormondo, tramate per desiderio di vendetta di fronte al virtuoso rifiuto della donna. Accolta dal capo miniera Tarabotto, Isabella vive in incognita sotto le mentite spoglie di Nisa. L’arrivo del Duca per una spedizione militare con il confinante riaccende il dubbio sull’identità di Nisa e dopo incontri e sotterfugi, Ormondo viene smasherato, la coppia si ricongiunge con lieto fine.

Note di regia: “Abbiamo voluto una lettura filologica del testo per chiarire allo spettatore una vicenda poco nota: ecco dunque l’idea di sovrapporre l’antefatto alla musica dell’ouverture: azione che spiega le dinamiche tra i personaggi, prima dell’inizio dell’opera, quando la storia riparte dieci anni dopo e i personaggi si ritrovano nella miniera situata ai confini del Ducato. L’ambientazione, essenziale e astratta, riproduce l’isola della miniera, all’interno della quale altre “isole” segnano i luoghi dell’azione: la casa di Tarabotto e Nisa, l’ingresso alle miniere, le montagne perlustrate da una truppa di soldati al seguito dell’illustre Duca proprietario. L’elemento scenico unico dei sacchi, declinato in varie funzioni, rappresenta il simbolo della miniera di ferro ma, al contempo, strumento belligerante della trincea, luogo dell’imminente conflitto, nascondiglio sicuro per celare o scoprire gli inganni.”

BIGLIETTERIA:
C.so Strada Nuova 136 – Pavia
Aperta dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 19
Aperta un’ora prima di ogni spettacolo
tel. 0382-371214
Posto unico 4 euro
ACQUISTO ON LINE www.teatrofraschini.it

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