Con l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni a una cultura di mitigazione del rischio dovuto ai terremoti la Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia entrerà nelle aule dell’Istituto “Luigi di Savoia” di Rieti (a cui, da quest’anno, è stato affidato anche il Liceo Scientifico di Amatrice) per iniziare un dialogo con gli studenti.

L’iniziativa prevede una prima fase in cui un docente dello IUSS lavorerà con gli studenti a Rieti e Amatrice, e una seconda in cui saranno i ragazzi a recarsi a Pavia, per completare il proprio percorso formativo.

“Lo IUSS è vicino e solidale alle popolazioni colpite dal sisma e offre un contributo di formazione indirizzato alle giovani generazioni. È partendo dai giovani che si può, e si deve, costruire una cultura del rischio che aiuti a gestire l’incertezza e ad assumere comportamenti responsabili sul piano individuale e collettivo. In questo quadrosono le parole del Rettore, prof. Michele Di Francescolo IUSS mette a disposizione le proprie conoscenze, le competenze internazionali dei suoi docenti e le strutture in cui svolge la ricerca scientifica. Ma oltre al significato formativo questa iniziativa vuole essere anche essere un segnale sincero di solidarietà, una risposta concreta alla richiesta di ‘non essere lasciati soli’.

Il percorso sarà guidato dal prof. Paolo Bazzurro, professore di Tecnica della Costruzioni allo IUSS di Pavia dove insegna prevalentemente corsi sull’analisi di pericolosità e rischio per eventi naturali, oltre che componente della Commissione Nazionale Grandi Rischi che fa capo alla Presidenza del Consiglio.

La prima lezione è prevista per il 10 novembre 2016, ma nel frattempo gli studenti inizieranno ad affrontare la materia attraverso materiale didattico messo a disposizione dallo IUSS.

A Rieti il prof. Bazzurro incontrerà sia gli allievi del biennio che del triennio. Dopo una lezione in aula, ci sarà il trasferimento ad Amatrice per una lezione “sul campo” durante la quale i ragazzi saranno aiutati a comprendere perché alcuni edifici si sono rivelati più vulnerabili di altri.

Il progetto porterà gli studenti a capire cosa siano la pericolosità sismica, la vulnerabilità sismica e il rischio sismico e come quest’ultimo possa essere ridotto, ma anche a fare una valutazione di massima della vulnerabilità degli edifici in cui vivono.

Ogni società deve per forza convivere con il rischio di perdita di vite umane dovute a malattia, incidenti causati dalle attività dell’uomo (ad esempio guidare, prendere un aereo) o causate dalla natura. Il rischio dovuto al terremoto – spiega il prof. Paolo Bazzurronon fa eccezione. Purtroppo eliminare il rischio non è possibile viste le risorse limitate di cui disponiamo però è possibile limitarlo a dei livelli che sono da considerarsi accettabili.  Il percorso è lungo ma percorribile. Per mitigare il rischio prima bisogna rendersi conto che lo stiamo correndo, poi dobbiamo essere in grado di valutarlo correttamente in modo da giudicare se sia accettabile o meno e solo allora avremo le basi per decidere se e come agire. Cosa fare per ridurre il rischio sismico in base alle risorse che abbiamo non è un problema tecnico insormontabile, è un problema decisionale e politico.

La prossima primavera, a conclusione del progetto formativo, gli studenti reatini verranno in visita di istruzione a Pavia. Qui conosceranno gli altri docenti della Scuola Universitaria esperti in stima di vulnerabilità e rischio sismico e parteciperanno a una visita guidata a Eucentre, ente che promuove e sviluppa la ricerca nel campo della riduzione del rischio sismico. Presso il laboratorio di Eucentre gli studenti potranno vedere in funzione la famosa “tavola vibrante”, il simulatore di moto sismico più potente d’Europa, in grado di riprodurre lo scuotimento del suolo indotto dai terremoti anche di elevata magnitudo e di applicarlo alla base di strutture di grandi dimensioni.

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