L’Oréal Italia ha annunciato le sei vincitrici della XXI edizione italiana del Premio L’Oréal- UNESCO “Per le Donne e la Scienza”. Tra di loro anche Martina Fracchia del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia.
La ricercatrice è stata premiata per il progetto “Ossidi ad alta entropia come elettrocatalizzatori sostenibili e innovativi per la reazione di elettrolisi dell’acqua” realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Milano.
Martina è una chimica che si occupa dello sviluppo di nuovi materiali per la produzione sostenibile di energia e della loro caratterizzazione attraverso tecniche avanzate di raggi X.
Con questo progetto Martina si occuperà dello sviluppo di nuovi materiali per la produzione sostenibile di idrogeno tramite elettrolisi dell’acqua. Si tratta di un processo dispendioso dal punto di vista energetico e, al fine di diventare competitivo a livello industriale, richiede l’utilizzo di materiali (elettrocatalizzatori) che sviluppino idrogeno e ossigeno con buona efficienza energetica. La proposta di Martina è quella di utilizzare come elettrocatalizzatori dei materiali innovativi, chiamati ossidi ad alta entropia, cioè ossidi multicomponente caratterizzati da un alto grado di disordine. La combinazione di tanti elementi chimici in un solo ossido dà luogo a proprietà funzionali estremamente interessanti, per il cosiddetto “effetto cocktail”.
Particolare attenzione verrà posta nella scelta della composizione chimica e nella sintesi di questi ossidi, in modo che abbiano una buona efficienza nell’elettrolisi dell’acqua e che siano al contempo sostenibili, non tossici e poco costosi. Questi materiali verranno studiati anche con tecniche avanzate di raggi X presso laboratori internazionali, le sorgenti di luce di sincrotrone, tra cui il laboratorio italiano di luce di sincrotrone Elettra a Trieste e quello europeo situato a Grenoble, in Francia. Nel corso degli anni, infatti, Martina si è specializzata nella caratterizzazione operando, che permette di studiare i materiali direttamente nel loro ambiente di lavoro e in condizioni operative.
La progressiva carenza di combustibili fossili e una crescente consapevolezza riguardo ai problemi ambientali (riscaldamento climatico, inquinamento, sovrappopolazione) hanno evidenziato la necessità di sviluppare metodi alternativi e sostenibili per la produzione energetica. In questo senso, è probabile che l’idrogeno, in qualità di vettore energetico, abbia un ruolo chiave nell’economia del futuro. Attualmente l’idrogeno viene prodotto principalmente da combustibili fossili. L’elettrolisi dell’acqua, che può essere condotta anche sfruttando energie rinnovabili, rappresenta un metodo alternativo e sostenibile per la sua produzione. La sfida attuale è quella di riuscire a ottenere efficienze elevate in modo da rendere il processo competitivo dal punto di vista industriale. I materiali ad oggi più performanti, come platino, ossido di iridio e rutenio, sono molto costosi e difficilmente reperibili. Recentemente, gli ossidi ad alta entropia si stanno affermando quali nuovi ed economici materiali nel campo energetico.
Martina prevede invece di utilizzare questi materiali, sviluppando nuove composizioni sostenibili, facilmente reperibili e con bassa tossicità per l’uomo e per l’ambiente.
Martina Fracchia, 31 anni, si è laureata cum laude in Chimica (specializzazione in Chimica dei Materiali) presso l’Università degli Studi di Pavia nel 2016, ottenendo un premio di studio da parte dell’Università di Pavia, con la sponsorizzazione di UBI banca, destinato ai migliori laureati per quell’anno accademico. Per la sua tesi magistrale Martina ha vinto inoltre il premio “Photo Analytical s.r.l.” istituito dalla Divisione di Elettrochimica della Società Chimica Italiana (SCI). Nel 2020 ha concluso il dottorato di ricerca, condotto all’Università di Pavia, con una tesi dedicata allo studio di materiali per la fotoelettrolisi dell’acqua tramite tecniche avanzate di raggi X, condotto in stretta collaborazione con il dipartimento di Chimica dell’Università di Milano. Durante il dottorato ha trascorso un periodo in Germania presso l’Università di Brema e dal 2015 ad oggi ha partecipato ad oltre 25 esperimenti in laboratori internazionali di luce di sincrotrone, tra cui il sincrotrone italiano Elettra a Trieste e la European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) a Grenoble, Francia. Dal 2019 è assegnista di ricerca presso l’Università di Pavia, dove si dedica alla sintesi e caratterizzazione di nuovi materiali, in particolare di ossidi ad alta entropia. Nel 2022 ha vinto il premio “Young Physico-Chemist Award” istituito dalla Divisione di Chimica Fisica della Società di Chimica Italiana (SCI). Martina ha presentato la sua ricerca in numerosi congressi nazionali e internazionali ed è autrice di oltre 20 pubblicazioni su importanti riviste del settore, tra cui Nature Communications.
Le altre premiate sono Francesca Berti (Politecnico di Milano), Alessandra Biancolillo (Università degli Studi dell’Aquila), Alice Borghese (Istituto Nazionale di Astrofisica: Osservatorio Astronomico Di Roma), Gloria Delfanti (Ospedale San Raffaele) e Arianna Renzini (Università Milano Bicocca).
Durante la cerimonia è intervenuta anche l’On. Eugenia Maria Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità con un messaggio video.
Anche in questa edizione, sono state assegnate sei borse di studio del valore di 20.000 euro ciascuna ad altrettante ricercatrici under 35, sulla base dell’eccellenza riconosciuta ai loro progetti in tutti i campi della scienza e della tecnologia. Il bando di questa edizione ha raccolto oltre 200 candidature da tutta Italia.
Sin dal 1998 il programma L’Oréal-UNESCO “For Women in Science” si impegna per permettere a un numero sempre maggiore di scienziate di superare le barriere all’avanzamento di carriera e contribuire a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi, a beneficio di tutti. In 25 anni il programma ha sostenuto oltre 4.100 ricercatrici di oltre 110 paesi, premiando l’eccellenza scientifica e ispirando le generazioni di giovani donne a perseguire la loro carriera. Cinque di queste scienziate, dopo aver vinto il premio L’Oréal-UNESCO, sono state insignite del premio Nobel: tra loro Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, vincitrici del Nobel per la Chimica nel 2020.
Emmanuel Goulin, Presidente e Amministratore Delegato di L’Oréal Italia, ha dichiarato: “Sono molto orgoglioso di poter premiare anche quest’anno sei giovani e brillanti ricercatrici che contribuiranno al progresso scientifico nel nostro Paese. Il Premio L’Oréal-UNESCO “Per le Donne e la Scienza”, giunto quest’anno alla sua ventunesima edizione, si conferma così una delle iniziative del Gruppo più consolidate in Italia, perché il mondo ha bisogno della scienza e la scienza ha bisogno delle donne.”