Prende il via il progetto “Il lungo filo del tessile. Archeologia pubblica e sperimentale per un dialogo tra generazioni”, sostenuto dalla Fondazione CRT di Torino. Il progetto rientra nell’ambito delle ricerche di studio dello sviluppo del territorio del Vercellese Occidentale dirette dalla Professoressa M. E. Gorrini, all’interno di un quadro istituzionale definito da una Convenzione tra il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Pavia, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli e il Comune di Livorno Ferraris, e co-finanziato dal Fondo Scavi dell’Ateneo introdotto e voluto dal Rettore Francesco Svelto.
Scopo del progetto sarà indagare le tracce della produzione tessile che, a partire dall’antichità, ha costituito una importante risorsa economica del territorio di Vercelli, del Vercellese Occidentale e di Biella. L’archeologia dell’area ha restituito poche tracce relative alla produzione tessile, ma le fonti attestano, per la Cisalpina, una fiorente attività manifatturiera, in particolare legata alla produzione di lana, lino e canapa. Le analisi archeobotaniche e le ricerche d’archivio hanno confermato che la coltivazione delle piante da fibra era una risorsa economica anche nel Medioevo. Oggi, sua diretta erede è l’industria tessile del Biellese.
La ricerca si svolgerà partendo dalla raccolta dei dati relativi alla storia di questa industria attraverso l’analisi delle fonti d’archivio e delle rare testimonianze archeologiche relative alle attività di filatura e tessitura, coinvolgendo il Museo del Vercellese Occidentale (MAVO), il Museo Archeologico “L. Bruzza” di Vercelli e il Museo di Archeologia e Paleontologia “Carlo Conti” di Borgosesia, e proseguiranno con indagini geognostiche, analisi polliniche e al C14, coordinate dal Dr. Carlo Giraudi.
Nel tentativo di mettere in connessione il passato più remoto con quello più recente sarà sostanziale il dialogo con la popolazione: saranno raccolte le testimonianze orali relative alle ultime produzioni di tessuti a livello familiare che si riferiscono al primo dopoguerra. Verranno infine coinvolte le Scuole Medie Inferiori di Livorno Ferraris, Tronzano e Crescentino, al fine di creare una memoria condivisa tra generazioni.