Il Collegio Nuovo di Pavia (Via Abbiategrasso, 404), fondato da una imprenditrice sensibile alla promozione del talento femminile, Sandra Bruni Mattei, apre mercoledì 7 ottobre 2015 (h. 21.00) la sua stagione culturale con Annamaria Cancellieri, esempio di donna che ha speso tutta la sua vita di lavoro al servizio dello Stato: funzionario di Prefettura sin dagli anni Settanta, Prefetto della Repubblica dal 1993 al 2009, una delle primissime donne in Italia, poi Commissario straordinario al Comune di Bologna, infine Ministro dell’Interno nel Governo Monti e Ministro della Giustizia con il Governo Letta.
Con lei, dopo l’intervento della Rettrice Paola Bernardi, la Prof. Silvia Illari, Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pavia.
Infanzia e adolescenza tra Roma e Tripoli, dove lavora il padre ingegnere, Annamaria Cancellieri ha attraversato la storia e la geografia dell’Italia: si laurea in Scienze Politiche a Roma (durante gli studi si sposa, mette al mondo il primogenito e lavora) e poi si trasferisce con la famiglia a Milano, due mesi dopo la strage di Piazza Fontana. Qui da consigliere di Prefettura incontra anche l’artefice della Perestrojka e la Lady di Ferro, oltre a leader come Mitterrand e Schroeder.
Oltre una ventina d’anni nella città dove cresce sino diventare subcommissario nella gestione straordinaria del Comune culminano con la nomina a Prefetto nel 1993 e il ritorno a Roma.
Una parentesi come Commissario a Parma, città che ha amato tantissimo, e subito dopo la prima destinazione da Prefetto a Vicenza. Di qui si sposta a Bergamo, a Brescia (nel periodo del millennium bug e dell’entrata in vigore dell’Euro) e quindi a Catania, città tutte in cui affronta e risolve i più diversi problemi.
A Genova conclude la sua carriera da Prefetto, dirimendo le questioni legate al porto. Il ritiro nel 2009 dura pochi mesi perché viene nominata Commissario straordinario al Comune di Bologna e poi ancora a Parma, ma nell’autunno del 2011 Mario Monti le propone l’incarico di Ministro dell’Interno. Roma è di nuovo il suo centro, dove presta giuramento al Capo dello Stato, un giuramento di fedeltà alla Repubblica «che da solo racchiudeva l’impegno di tutti i giuramenti che aveva fatto in passato». Durante il mandato ha dovuto gestire situazioni complesse come quelle legate all’immigrazione dai Paesi della primavera araba, per le quali ha vissuto un altro ritorno, con una missione a Tripoli.
Con Enrico Letta diventa Ministro della Giustizia: un mandato impegnativo che le ha «lasciato il segno per l’intensità delle emozioni, per i problemi trattati che toccano la carne viva delle persone, per le difficoltà e l’immensità del lavoro da svolgere, ma anche per la soddisfazione che si prova quando si riesce a fare qualcosa di buono».
E pensare che all’inizio della sua carriera, l’addetto all’ufficio del personale le aveva consigliato di rinunciare: «Secondo lui, non ce l’avrei mai fatta perché non si era mai visto un prefetto donna e inoltre le Prefetture, con l’avvento delle Regioni, sarebbero state abolite. Non gli ho dato retta e ho iniziato a studiare» – parola dell’autrice di Una vita bellissima, quella di Annamaria Cancellieri.
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