«Non è vero che ho raggiunto il successo dopo 15 anni di duro lavoro. Non è esatto. Io l’ho raggiunto subito. Appena ho deciso, serenamente e freddamente, di abbandonare la strada della sonorità pura per cercare un contatto, anche con la parola, con la grande platea… il successo è stato raggiunto dopo aver abbandonato l’ideologia chiusa dello sperimentatore» F. Battiato (“Corriere della Sera”, 1 dicembre 1982)

«Ascoltare una tua canzone è come fare il giro del mondo in pochi minuti», così Franco Pulcini, musicologo e critico musicale, oggi Direttore editoriale del Teatro alla Scala, sollecitava l’amico omonimo in un’intervista e lui, Franco Battiato, il grande musicista che ci ha da poco lasciati, gli confermava la centralità dell’esperienza del viaggio, suo «interesse di base»: «inviare, grazie al testo di una canzone, suggestioni autentiche da tutto l’universo […] dà la possibilità di immaginare luoghi e tempi diversi a chi la ascolta».

Il viaggio di Battiato attraverso diverse forme d’arte – la sperimentazione, con il coraggio anche di abbandonarla laddove porta alla ripetizione di una avanguardia a tutti i costi («lascia tutto e seguiti», canta in una canzone degli anni Novanta) – è quello che offrirà anche il Collegio Nuovo grazie alla testimonianza diretta di chi, come Franco Pulcini, ha frequentato per una vita il grande artista (musicista, e non solo) Franco Battiato, fino a interpretare anche una piccola battuta nel film autobiografico Perdutoamor. 

Mercoledì 9 giugno 2021, alle 21.00 (su Zoom e in diretta Facebook), con Franco Pulcini, autore di un libro intervista che fotografa gli esordi dell’artista sino all’esplosione del successo popolare (Tecnica mista su tappeto 1992), interverrà anche Paolo Jachia, che a Battiato ha successivamente dedicato, nello spazio di oltre un decennio, due monografie con un’analisi dei testi delle canzoni (E ti vengo a cercare. Franco Battiato sulle tracce di Dio, Ancora 2005 e, con Alice Pareyson, Franco Battiato. La cura, 27 canzoni commentate 1971-2015 Fabio D’Ambrosio Editore, 2016).

«Franco ha avuto nel cinema – come in tutto quanto ha fatto – la caparbietà di cercare la propria strada, di lasciare gli ormeggi e di seguirsi» ha scritto Elisabetta Sgarbi, concludendo il suo ricordo personale dell’artista in un numero speciale di “Robinson”: una immagine di coerenza che non esclude la frequentazione di spazi diversi, dalla musica classica, all’opera e al rock, dal cinema alla pittura (Pavia ha anche ospitato una sua mostra), dalla meditazione e dalle religioni alle lingue e alla filosofia, come testimonia anche la ventennale collaborazione con Manlio Sgalambro.

«La forza di Battiato è stata di far sì che la canzone diventasse una grande riflessione esistenziale», ha commentato Paolo Jachia il giorno della scomparsa dell’artista, aggiungendo: «Un punto sul quale era molto chiaro era l’intransigenza sul piano dei valori». Una intransigenza che, se talvolta diventava invettiva e sconforto, non precludeva l’ironia di una canzone come “Bandiera bianca”. E che si manifesta anche quando Battiato arrivò a dire della sua celeberrima La cura: «è un po’ il mio incubo, tutti mi chiedono di questa canzone».

L’accesso all’incontro con Franco Pulcini su Zoom è regolato previa registrazione (fino a 500 posti disponibili, inclusi quelli previsti per gli studenti della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito per cui l’iniziativa rientra nelle attività formative riconosciute) su questa pagina: entro il 9 giugno, ore 18.30. La conferma dell’ammissione, con il link, viene inviata via mail entro le ore 20.

Per seguire la diretta Facebook, visitate @collegionuovopavia.

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