Il Coro del Collegio Borromeo, diretto da Marco Berrini, e il pianista Alessandro Marangoni saranno protagonisti di una delle pagine più intense, affascinanti ed enigmatiche dell’intera produzione di Franz Liszt, la Via Crucis per soli, coro e pianoforte che verrà presentata venerdì 2 aprile 2021, alle 18.00, in collegamento streaming gratuito sui canali del Teatro Comunale di Carpi (https://teatrocomunale.carpidiem.it). Il concerto sarà visibile fino a giovedì 11 aprile). Le introduzioni alle varie stazioni, lette da alunni del Collegio, sono tratte dal “Poema della Croce” di Alda Merini.

La Via Crucis

Franz Liszt, come già aveva fatto Rossini, a un certo punto  della sua vita tirò un sasso nelle acque stagnanti delle sue giornate: incurante del successo,  insofferente del pubblico che l’idolatrava, stanco di frequentare i salotti della grande nobiltà europea, decise di ritirarsi dalle scene. Era il 1846: il  grande musicista ungherese aveva 35 anni e stava per intraprendere quel lungo e travagliato percorso di ascesi spirituale che  lo avrebbe portato, nel 1865,  a  ricevere gli Ordini minori in Vaticano. E proprio come era accaduto al 37enne Gioachino Rossini che, all’apice della fama aveva deciso di abbandonare definitivamente il mondo musicale che lo aveva reso celebre ovunque,  anche Liszt, sia pure per ragioni diverse,  volle girare pagina. Ma  una volta al riparo dagli occhi del mondo,  entrambi i compositori si trovarono a dedicare le energie creative della maturità alla creazione di lavori sacri: lo  Stabat Mater e la Petite Messe solennelle consacrarono il genio creativo di Rossini,  la Via Crucis per coro, cantanti solisti e pianoforte quello di Liszt. Quest’ultimo lavoro, in verità, sta conoscendo il successo solo da qualche anno a questa parte, grazie alle esecuzioni che si sono fatte via via  più numerose. Il Coro del  Borromeo guidato dal maestro Marco Berrini ha scelto la Via Crucis come pagina musicale prediletta e, dopo averla presentata in concerto in numerose occasioni, l’ha voluta registrare per il primo compact disc che è ora in edicola, allegato alla rivista «Classic Voice».

Il lavoro di Liszt,  ultimato dall’autore nel 1878 ma eseguito per la prima volta solo nel 1927, a Budapest,  è un’opera  sobria e scarna, ridotta all’essenziale di una linea melodica talvolta punteggiata da qualche accordo semplice. La salita di Cristo verso il Calvario è accompagnata dal  pianoforte,  strumento prediletto del compositore; ai brevi interventi delle voci soliste è affidato il compito di portare in primo piano i personaggi principali: Gesù, Pilato e le tre Marie. I testi delle parti cantate soprattutto dal coro (originariamente in francese, nella versione definitiva in latino e tedesco) comprendono brani del Nuovo Testamento, inni gregoriani e corali luterani (con qualche tema della Passione secondo San Matteo di J.S. Bach).  Nella lunga prefazione alla partitura l’autore scriveva: “Ebbi modo di vivere la più solenne celebrazione di questa devozione, partecipandovi un Venerdì Santo al Colosseo, questo luogo il cui terreno è imbevuto del sangue di tanti martiri”.

Il Poema della Croce

Terribile e pietosa, crudele e dolcissima, la croce è il simbolo più drammatico del cristianesimo, e più provocatorio della storia: l’immagine dolorosa di Dio che si fa uomo e muore per la sua salvezza ha suscitato e continua a suscitare infinito sgomento e pietà. In questo libro, il quinto dedicato a figure sacre,  Alda Merini (1931- 2009) interroga la croce con gli strumenti della sua poesia, alla ricerca del senso ultimo della fede, fino a raggiungere il volto enigmatico di Cristo, che rappresenta la sfida più nobile della coscienza. In queste pagine straordinarie la poesia dell’autrice evoca con una forza visionaria di rara suggestione il momento più tragico della vita di Cristo, rappresentato in tutta la sua fragilità umana, e con lui sua madre, in un dittico di grande potenza espressiva. Smarrimento paura e muta ribellione compongono figure luminosissime capaci di dialogare tra loro con silenzi che solo un’arte poetica sublime poteva cogliere in tutta la loro immensità.

Considerata una delle voci più significative della poesia italiana, Alda Merini ha ricevuto numerosi riconoscimenti fra i quali il prestigioso Premio Librex Montale nel 1993, il Viareggio nel 1996, il Procida-Elsa Morante nel 1997 e quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1999.