Il panorama delle fonti per la ricostruzione della storia dell’Università di Pavia si arricchisce di nuovi materiali con il volume Lauree pavesi nella prima metà del Cinquecento. II (1513-1535), a cura di Elisabetta Canobbio, Cisalpino Istituto Editoriale Universitario, Milano 2020 (Fonti e studi per la storia dell’Università di Pavia, 76), esito di uno dei numerosi progetti di ricerca curati dal Centro per la Storia dell’Università di Pavia per promuovere la conoscenza dell’imponente tradizione dell’Ateneo.
L’opera, contenente l’edizione di 262 diplomi di laurea concessi dallo Studium, costituisce il seguito de Lauree pavesi nella prima metà del Cinquecento. I (1500-1512) e prosegue l’iniziativa di edizione avviata venticinque anni fa da Agostino Sottili per la seconda metà del XV secolo. Con questo tomo l’indagine si estende a un periodo travagliatissimo per la storia di Pavia e del suo territorio, al centro delle operazioni militari del conflitto franco-asburgico per il controllo dei dominii sforzeschi. Le perdite documentarie causate da questi sovvertimenti e dai successivi riassetti dei fondi archivistici della città rendono particolarmente preziosi i materiali pubblicati, che offrono una immensa messe di dati sulla composizione del corpo insegnante dell’Ateneo, sull’identità e sulla provenienza di studenti e di neo dottori, sull’articolato cerimoniale delle lauree, sull’appeal esercitato anche Oltralpe dalle facoltà pavesi. Al tempo stesso, il volume costituisce un punto di osservazione sul tono e sul ritmo della vita di una Università esposta alle drammatiche conseguenze degli eventi bellici – violenze, stagnazione economica, crisi sanitarie – confermando anche nel periodo delle guerre d’Italia il rilievo dell’almum Studium per la vita, non solo culturale, della città sul Ticino.
L’edizione è corredata da una introduzione sulle caratteristiche dei diplomi pubblicati e da un ampio indice dei nomi, indispensabile chiave di accesso ai documenti.
Elisabetta Canobbio è dottore di ricerca in storia medievale. I suoi interessi riguardano le relazioni tra istituzioni ecclesiastiche e potere centrale nella Lombardia quattrocentesca, le intersezioni tra Chiese e società locali, le pratiche documentarie del governo delle chiese – filoni di indagine cui rimandano, tra l’altro, La visita pastorale di Gerardo Landriani alla diocesi di Como (1444-1445), Milano 2001 e «Beatissime pater». Documenti relativi alle diocesi del ducato di Milano. I “registra supplicationum” di Pio II (1458 -1464), Milano 2007 (in collaborazione con Beatrice Del Bo). Dal 2014 si occupa dello studio e della valorizzazione dei documenti connessi all’attività promozionale dello Studium pavese nel XVI secolo e in quest’ambito ha curato anche Lauree pavesi nella prima metà del Cinquecento. I (1500-1512), Milano 2017.
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