Per tre giorni, a partire dall’8 ottobre 2020, 120 studenti divisi in 20 squadre in rappresentanza di 17 Università italiane, tra cui l’Università di Pavia, si sfidano per aggiudicarsi il titolo di miglior mediatore di controversie, nell’arena dell’8ª Competizione Italiana di Mediazione, organizzata dalla Camera Arbitrale di Milano, con la collaborazione e il patrocinio dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

A causa della pandemia da Coronavirus, quest’anno la gara si tiene per la prima volta online: tre giorni di sfida (8-9-10 ottobre) e uno di premiazione (17 ottobre) interamente a distanza, con un notevole sforzo organizzativo e un positivo impatto ambientale. Secondo una stima della Camera Arbitrale di Milano, questa edizione genera un taglio di -6,96 tonnellate di emissioni nocive di CO2, calcolando i mancati spostamenti in treno, aereo e auto di 120 studenti per 4 giornate provenienti dalle diverse sedi delle Università partecipanti. In altri termini, questo beneficio ecologico è pari a una mancata produzione di 1.166 kg di plastica (per creare 1 kg di plastica, che deriva dal petrolio, s’immettono nell’atmosfera 6 kg di CO2).(Fonte: dati elaborati sulla base della Tabella della sostenibilità di Legambiente, Ecologia quotidiana e CoopFirenze).

I 120 ragazzi si dividono in 20 squadre. Hanno 4 casi legali su cui confrontarsi tratti per la maggior parte da vicende realmente accadute. Il primo caso “La libreria di Pepe” riguarda una libreria storica che deve abbandonare i propri locali, tra le proteste della clientela. Sarà poi il turno di “Una società ingolfata”, una lite tra due soci, amici da una vita, ma divisi su come gestire una situazione critica. La terza vicenda, di grande attualità, riguarda un condominio molto conflittuale dove si contrappongono un amministratore preoccupato e il rappresentante di un’associazione che ospita migranti. Il quarto caso è invece di pura fantasia e vedrà le parti proiettate in un futuro distopico, dove potenti multinazionali si contendono preziosi brevetti. Ogni caso verrà affrontato dagli studenti universitari, attraverso l’utilizzo di tecniche di mediazione, apprese durante il corso di laurea e applicate in concreto in gara. La squadra sceglie quale membro del team schierare a seconda del tema. Attorno ad ogni caso, due studenti indossano le vesti degli avvocati difensori e due i panni della parte in causa. Il confronto tra le parti è gestito da un mediatore professionista.

L’edizione di quest’anno vedrà partecipare 120 studenti in rappresentanza di 17 atenei provenienti da tutta Italia: Bari, Bergamo, Brescia, Camerino, Firenze, LUISS (Roma), Milano Bicocca, Milano Cattolica (co-organizzatore), Milano Statale (co-organizzatore), Pavia, Piemonte Orientale (Alessandria), Salento (Lecce), Telematica Pegaso, Torino, Trento, Urbino, Verona.

I ragazzi sono giudicati da una giuria composta da due mediatori professionisti e uno della “next generation”, cioè un ex studente che ha gareggiato alle precedenti edizioni.

Viene premiato chi dimostra capacità di lavorare in gruppo, doti di comunicazione efficace e competenze di negoziazione. Vince la squadra che ha totalizzato il maggior numero di punti grazie alle doti manifestate dai suoi membri e valutate dalla giuria.

Saper lavorare in squadra è una delle competenze “con grado di importanza elevato” maggiormente richieste dalle imprese italiane. Secondo il Rapporto Unioncamere-ANPAL su dati del Sistema Informativo Excelsior, basato sulle previsioni di assunzione da parte delle imprese, risulta che il 78% delle imprese italiane chiede a gran voce che il neolaureato sappia lavorare in gruppo, richieste anche flessibilità e adattamento (82,3%) e problem solving (74,9%). Competenze considerate centrali anche per le imprese lombarde: 53,2% chiede capacità di lavorare in gruppo, 65,9% flessibilità e adattamento. Per le imprese milanesi: la capacità di lavorare in gruppo è una competenza ad elevato grado di importanza per il 57,3%, richieste flessibilità e adattamento per il 67,2% delle imprese milanesi. (Fonte dati: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior dati 2018).

“Con questo evento di portata nazionale – ha dichiarato Stefano Azzali, Direttore Generale della Camera Arbitrale di Milano –  il nostro obiettivo è quello di promuovere e diffondere anche a livello universitario la cultura della mediazione, come strumento di risoluzione alternativa delle controversie, rispetto al procedimento del Tribunale ordinario. La mediazione se fatta bene, fa bene alla giustizia, all’economia e alla società. La Competizione Italiana di Mediazione rappresenta il modo migliore per stimolare le vocazioni degli studenti italiani e per indirizzarli a coltivare le competenze necessarie per diventare futuri mediatori. Non basta solo una buona conoscenza del diritto, chi opera in una mediazione deve acquisire capacità di ascolto, problem solving, doti comunicative e di negoziazione”.