Il terzo e ultimo appuntamento della stagione “Musica in San Lanfranco” si terrà giovedì 15 ottobre 2020, alle ore 21.00, presso la Basilica di San Lanfranco a Pavia.
In un periodo strano come quello che stiamo vivendo, riuscire ad organizzare una rassegna musicale è molto più difficile del solito, ma il successo dei primi due appuntamenti dimostra quanta voglia di ricominciare ci sia, da parte degli organizzatori e del pubblico.
La stagione, da sempre patrocinata e sostenuta economicamente dal Comune di Pavia, nasce per contribuire al recupero del complesso dell’Abbazia di San Lanfranco, lo scopo per cui l’associazione Amici di San Lanfranco ONLUS è nata a Pavia il 3 marzo 2010.
Il concerto di giovedì 15 ottobre vede di scena il pianista Gian Maria Bonino. Diplomato in pianoforte al Conservatorio Verdi di Milano con Lydia Arcuri e al Conservatorio di Lucerna con il M° Myeczislaw Horszowski, si è poi diplomato in clavicembalo nel 1989 al Conservatorio di Genova con Alda Bellasich e nel gennaio 1999 si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Superiore di Winterthur (CH). Ha suonato in qualità di solista e in formazione in Festival internazionali come quello di Lubiana, il Festival dei Suoni del Mediterraneo, il Floraisons Musicales, Emilia Romagna Festival e altri come il Festival di Llìvia.
La particolarità di questo concerto è lo strumento utilizzato: non verrà usato un normale pianoforte, bensì un fortepiano del 1810 di scuola Broadman, di proprietà del musicista.
A fine settecento, quando l’espressività richiesta dall’imminente romanticismo faceva sentire stretto il suono del clavicembalo (strumento a tastiera a corde pizzicate), il bisogno di un suono più variato ha permesso a un’invenzione tutta italiana (lo strumento a tastiera a corde percosse) di mandare quasi nel dimenticatoio il clavicembalo per dare spazio al nuovo pianoforte che, come dice la parola stessa, poteva variare il suono da piano a forte, con tutte le sfumature intermedie.
I primi pianoforti (chiamati oggi fortepiani per distinguerli) si differenziano dal loro fratello più moderno nell’avere la cassa armonica in legno, a differenza dell’attuale ghisa. Ciò comportava una minore tensione delle corde, con un suono più flebile e delicato. Il timbro è quindi nettamente diverso dal moderno pianoforte, e ascoltare oggi una sonata di Beethoven o di Mozart come è stata pensata inizialmente dal compositore stesso è un’esperienza unica.
Il programma della serata prevede tre importanti sonate classiche, iniziando con la sonata in Mi bemolle di Haydn (Hob. 52), per passare alla sonata in Si bemolle K. 333 di Mozart e concludere con la grande sonata “Waldstein” op. 53 di Beethoven.
L’ingresso è a offerta libera per la ristrutturazione del complesso abbaziale di San Lanfranco.
Saranno rispettate le distanze e le regole anti COVID-19. Non occorre prenotare.