La patologia di Alzheimer è la forma più comune di demenza, intesa come perdita di memoria e di altre abilità intellettuali tali da interferire con la vita quotidiana del paziente. Nonostante la malattia sia molto diffusa e la sua incidenza sia in continua espansione, a causa dell’aumento generale della vita media, le cause e il meccanismo con cui essa si manifesta sono ad oggi poco compresi. Infatti, non solo non esistono cure efficaci, ma al momento non è possibile effettuare neanche una diagnosi precoce della malattia.
Il segno distintivo che caratterizza i pazienti malati di Alzheimer è la presenza nelle cellule cerebrali di depositi proteici con strutture anomale chiamate placche amiloidi (aggregati di frammenti della proteina beta-amiloide) e grovigli (fibre della proteina tau). Tra le cause che concorrono allo sviluppo della patologia e alla formazione dei depositi proteici, invece, gioca un ruolo importante lo stress ossidativo, il cui contributo è esacerbato da una perdita di controllo omeostatico di metalli endogeni redox attivi come il ferro e il rame.
Lo studio condotto dal gruppo di ricerca del Prof. Luigi Casella, presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia, in collaborazione con gruppi di ricerca statunitensi della University of Texas ad Austin e del Massachusetts Institute of Technology (Boston), ha portato allo sviluppo di nuove molecole macrocicliche, note come texafirine, complessate con ioni manganese, che hanno dato risultati promettenti sia come possibili farmaci antiaggreganti, sia come agenti di contrasto per monitorare le fasi iniziali della malattia di Alzheimer.
In particolare, queste molecole sono in grado di ridurre lo stress ossidativo prodotto nel corso della patologia e inoltre la presenza dello ione manganese permette l’impiego dei composti per la rilevazione tramite imaging a risonanza magnetica (Magnetic Resonance Imaging, MRI) di aggregati beta-amiloidi e ciò potrebbe consentire una diagnosi precoce della malattia.
Per l’articolo completo pubblicato sulla rivista «Chem»:
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2451929419305637
Metallotexaphyrins as MRI-Active Catalytic Antioxidants for Neurodegenerative Disease: A Study on Alzheimer’s Disease
Volume 6, Issue 3, 12 March 2020, Pages 703-724