Quindici studenti dell’Università di Pavia – quasi tutti alunni e alunne dei collegi Cairoli, Cardano e Santa Caterina – sono impegnati dallo scorso aprile nell’elaborazione di un progetto volto alla gestione di un bene confiscato alla mafia, a beneficio dunque della collettività.

Si tratta, in particolare, di due strutture da cinque vani ciascuna, site sul territorio comunale, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Pavia. L’iniziativa, dal nome ufficiale “Dove è odio, che io porti l’amore”, ha visto impegnati gli universitari in un primo workshop formativo di cinque giorni presso la sede dell’Associazione Attendiamoci Onlus, a Reggio Calabria (foto).

«Il dilagante individualismo può essere superato solo attraverso l’entusiasmo e il protagonismo dei giovani – sostiene il Prof. Giuseppe Faita, Rettore del Collegio Cardano – che questa nuova speranza nasca soprattutto dai nostri collegiali è motivo d’orgoglio per tutta la nostra università». L’iniziativa portata avanti in prima persona dagli studenti conferma la sensibilità del mondo accademico pavese nei confronti del temi della legalità e «rappresenta un’opportunità per estendere la conoscenza anche a quanto si può fare con i beni immobili delle nostre città, creando un progetto proprio e gestendolo per il bene comune», aggiunge Giovanna Torre, Rettrice del Santa Caterina, collegio promotore da molti anni di un percorso formativo sull’antimafia.

L’ESPERIENZA DI ANTONIO E DI OMAR

[Foto da Facebook]