Venerdì 19 ottobre 2018, alle ore 17.00, presso l’Aula Goldoniana del Collegio Ghislieri di Pavia (Piazza Ghislieri, 5), si terrà la presentazione del volume di Andrea Leonardi “The Taste of Virtuosi. Collezionismo e mecenatismo in Italia (1400-1900)” (Firenze, Edifir, ARTE – Collana Studi e Percorsi Storico-Artistici).
Interviene:
Prof. Alessandro Rovetta
Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano
Saranno presenti gli autori.
Il volume di Andrea Leonardi raccoglie quanto sviluppato in occasione dell’omonimo workshop tenutosi presso l’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’ nel dicembre del 2016. L’iniziativa barese è stata la tappa intermedia di una più ampia riflessione dedicata alle tematiche del collezionismo e del mecenatismo in Italia che ha potuto contare anche sui contributi sviluppati per i convegni annuali della Renaissance Society of America di Boston (2016, panel “The Taste of Virtuosi: Patronage and Collecting in Italy, 1400-1700”) e di Chicago (2017, panel “Patronage and Collecting in Spanish Italy from the Sixteenth to Seventeenth Century”).
Gli studiosi autori dei saggi raccolti sono: Massimiliano Caldera, Cecilia Cavalca, Magda Tassinari, Laura Facchin, Loredana Olivato, Giuseppe De Sandi, Gianpaolo Angelini, Alessandra Casati, Alessandra Mita Ferraro e Beatrice Bolandrini.
Idea portante del libro sono le intuizioni maturate tra 1962 e 1963 da Giuliano Briganti e da Francis Haskell: il primo che introdusse l’inedita categoria dei ‘virtuosi’, il secondo capace di definire un concetto altrettanto performante, quello di ‘provincia’. Muovendo da tali intuizioni ed estendendole insieme al delta cronologico di riferimento (1400-1900), il volume The Taste of Virtuosi propone al lettore un ideale crossover per il tramite di personalità – esponenti del ceto dirigente e magnatizio, feudatari, mogli, figlie, madri di feudatari, prelati, ma anche pittori falsari e intenditrici d’arte – certo distanti dal punto di vista delle epoche di riferimento, della provenienza e della tipologia sociale di appartenenza, ma, comunque, a tal punto significanti da costituire sicuri exempla di nuovi ‘virtuosi’ in ragione di una pratica del collezionismo e del mecenatismo intesa quale «specchio di cultura e termometro del gusto» (C. De Benedictis).