In occasione della giornata di San Pio, celebrazione del fondatore del Collegio Ghislieri di Pavia, domenica 6 maggio 2018 sarà inaugurata In questa perennità di giovani, la mostra dedicata agli anni di rettorato di Pietro Ciapessoni (1914-1943) e al passaggio al suo successore Teresio Olivelli (sue, infatti, le parole che ne costituiscono il titolo).
L’esposizione è l’esito di un lavoro di ricerca curato e coordinato da Giulia Delogu, alunna del Collegio e studiosa di storia moderna e storia dell’Università, insieme agli alunni Elena Serina, Daniele Amodio, Massimiliano Bianchini e Francesca Rinaudo, nel contesto del laboratorio Comunicare la storia: dall’archivio al pubblico, workshop di Public History, una vera e propria attività formativa per gli studenti del Collegio.
Composta da pannelli esplicativi, totem e numerosi oggetti originali, la mostra offre la possibilità di approfondire uno dei periodi più delicati e complessi della storia italiana a partire dall’esperienza vissuta tra le mura del Collegio Ghislieri e dal ricordo di uno tra i suoi protagonisti più importanti. Nonostante le evidenti difficoltà, il rettorato di Ciapessoni si è infatti distinto nel rafforzare il vincolo tra i suoi studenti e l’istituzione, attraverso fondamentali attività mirate alla modernizzazione e all’internazionalizzazione del Ghislieri. Grazie al suo impegno e al clima liberale che ha saputo garantire, il Collegio di Ciapessoni – ospedale durante la Grande Guerra, poi ricostruito nel 1921 e poi ancora gravemente colpito durante la Seconda Guerra Mondiale con la perdita di 15 alunni – restò sempre un punto di riferimento costante degli studenti, anche dei volontari partiti al fronte. In una lettera indirizzata al suo rettore, Bruno Maffi, arrestato e confinato a Viterbo, ribadisce questo legame indissolubile: «Non so dirle quanto sia grato per tutto quello che ha fatto per me in questo periodo di tristezza – scriveva nel 1932 – Il ricordo del Ghislieri è per me così luminoso, così lieto, che alle tante volte nella solitudine mi conforto in esso come in un balsamo rigeneratore».
È doveroso dunque ricordare il rettorato di Ciapessoni per il profondo sostegno che ha dimostrato (ne è un ulteriore esempio l’impegno rivolto a Achille Lino Jona, alunno colpito dalle leggi razziali), ma anche per la visione lungimirante in materia di educazione. Fu Ciapessoni, infatti, a porsi per primo il problema del sostegno post lauream degli alunni e a promuovere così lo studio delle lingue straniere e ad attivare borse e premi di studio per periodi di formazione internazionale. A beneficiarne, alunni che sarebbero diventati intellettuali di altissimo prestigio, tra cui ricordiamo il critico Gianfranco Contini e il genetista Luigi Cavalli Sforza (omaggiato, nel 2010, con il Premio Ghislieri), le cui lettere di gratitudine e di riconoscenza sono conservate al Collegio Ghislieri ed esposte in occasione di questa mostra.
Come afferma la curatrice della mostra, Giulia Delogu: «Come è ormai tradizione (dal 2015) con queste mostre cogliamo l’occasione per esplorare la storia del Ghislieri, da una prospettiva particolare: quella degli alunni. Nei pur difficili anni che vanno dal 1914 a 1943 ad emergere distintamente è la figura di Pietro Ciapessoni che sempre si impegnò perché le potenzialità dei suoi alunni dessero i migliori frutti. Quest’ottica di valorizzazione del talento degli studenti caratterizza ancora oggi il Ghislieri: anche per questo la mostra stessa è nata come un progetto di Public History in collaborazione con quattro alunni, ciascuno dei quali ha partecipato attivamente alla ricerca e ha curato una sezione».
Un’occasione, proprio nel giorno delle celebrazioni di San Pio, per onorare dunque la memoria dei rettori Pietro Ciapessoni e Teresio Olivelli, ma soprattutto per ricostruire e omaggiare la storia del Collegio Ghislieri nella sua interezza, una storia fatta innanzitutto di persone, di legami, di sostegno. Del resto, come affermava Olivelli proprio in un ricordo a Ciapessoni, il Collegio Ghislieri è «un convivere e un corrispondere di libere e responsabili personalità».
Ingresso libero.
Per informazioni scrivere a rettorato@ghislieri.it o telefonare 0382/3786204.