Martedì 6 marzo 2018, alle ore 17.00, presso la Biblioteca Statale di Cremona (Via Ugolani Dati, 4), si terrà il quarto incontro del ciclo “Le parole e le cose”.
Un libro prende vita quando viene aperto e si fa veicolo di incontri: tra autore e lettore, tra mondi differenti, tra tempi diversi. Gli incontri con i libri e i loro autori promossi dal Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia e dalla Biblioteca Statale di Cremona partono dal libro come legame che unisce le due istituzioni, lo mettono al centro e tentano di porlo tra la sua genesi e la sua sconosciuta e molteplice destinazione.
La ricerca che nasce da una tradizione viva di studi e si alimenta nella pratica quotidiana dell’insegnamento e della condivisione di saperi e pratiche incontra persone il cui ascolto renderà possibile l’essenziale movimento della cultura fra la tradizione e il nuovo. Si innesca così un movimento nel tempo.
Il titolo “Le parole e le cose”, citazione da Michel Foucault, è stato scelto per alludere proprio ai cambiamenti storici nei modelli culturali. Una consapevolezza che genera libertà e responsabilità.
I libri che saranno presentati sono legati alle ricerche e all’insegnamento svolti nel Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, con sede a Cremona, e offrono percorsi culturali tra letteratura, musica, filologia, conservazione e valorizzazione dei beni culturali, storia, utilizzo della rete.
La Biblioteca Statale di Cremona si offre come luogo di elezione per allargare la condivisione degli esiti del lavoro svolto tra studio e docenza nel Dipartimento.
Martedì 6 marzo l’appuntamento con:
D’Arco Silvio Avalle, Le forme del canto. La poesia nella scuola tardoantica e altomedievale, a cura di Maria Sofia Lannutti, Edizioni del Galluzzo 2017
Con Simone Albonico e Maria Sofia Lannutti.
La raccolta dei saggi metrici di d’Arco Silvio Avalle, tra le figure più rilevanti della cultura letteraria italiana del secondo Novecento, ci offre una visione della poesia medievale come canto. Il fondamentale rapporto parola/musica, trait d’union di generi e repertori, è illustrato alla luce di un sistema culturale che non conosce confini linguistici e geografici.