Mercoledì 31 maggio 2017, alle ore 17.00, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia (Corso Strada Nuova, 65), verrà presentato il libro “Hystoria Atile dicti flagellum Dei. Il libro della nascita di Venezia” a cura di Elena Necchi, edito da SISMEL-Edizioni del Galluzzo nel 2016.

Con la curatrice converseranno Ezio Barbieri dell’Università di Pavia e Anna Riva dell’Archivio di Stato di Piacenza.

L’opera inizia con una parte dedicata alle leggende delle reliquie della Croce, del Graal e della Veronica, per giungere al racconto della cristianizzazione delle Venezie ad opera dei discepoli di San Pietro. Segue poi il vero “romanzo” di Attila. Nato dalla relazione carnale fra una principessa unna e un cucciolo di levriero, il piccolo dal volto canino viene allevato a corte. Una volta cresciuto intraprende una campagna militare contro i cristiani e giunge in Italia. La prima città incontrata è Aquileia i cui abitanti si rifugiano a Grado. Seguono Altino, Concordia, Oderzo e Treviso, con analogo trasferimento dei profughi dalla terraferma ai litorali  e  alle  lagune, dove sorgono nuovi centri. A guidare le milizie cristiane è il re di Padova Giano, il quale, nell’imminenza dell’arrivo del nemico, dispone che la moglie e i figli si rifugino in laguna dove sorgerà Venezia. Dopo l’assedio di Padova, durato sette anni, il sovrano fugge a Rimini. Attila lo insegue e penetra nel quartier generale cristiano travestito da pellegrino, ma il re Giano lo riconosce e lo uccide, avverando così la profezia di un indovino.

L’anonimo autore ha forzato i dati storici. In realtà la calata unna del 452 interessò solo Aquileia, Milano e Pavia, mentre per tutte le altre città è stata la leggenda ad ampliarne l’eco.

La tradizionale interpretazione negativa di Attila in Occidente serve all’autore per esaltare il mito della duplice fondazione di Venezia e degli altri centri litoranei e lagunari, prima ad opera dei Troiani scampati con Antenore all’eccidio della loro città, e in seguito per effetto delle migrazioni dei profughi di terraferma incalzati da Attila.

Il testo originale, composto in franco-veneto alla fine del Duecento, venne tradotto in latino nei primi decenni del Trecento e volgarizzato in lingua veneta nel 1421.

La curatrice ha scelto di pubblicare la “Hystoria Atile dicti flagellum Dei” in latino tramandata dal manoscritto 1308 della Biblioteca Civica di Verona, con a fronte il “Libro di Atila”, ovvero l’edizione in  volgare veneziano,  stampata per la prima volta a Venezia nel 1472 e conservata presso la Biblioteca del Museo Correr di Venezia (Inc. G.230), integrata con il manoscritto Foscarini VIII (6147) della Biblioteca Nazionale di Vienna.

Dal mese di maggio, sul sito della Sismel, è disponibile la versione on line con la traduzione del testo latino in italiano corrente.

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