Giovedì 11 maggio 2017, alle ore 21.00, presso il Collegio Nuovo – Fondazione Sandra e Enea Mattei (Via Abbiategrasso, 404 Pavia), si terrà l’incontro con Mauro Covacich – autore di “La città interiore” (La Nave di Teseo 2017) – dal titolo “I confini sono mobili”.
«Passavo a prendere mio padre alla bocciofila e mi interrogavano: A cossa servi la filosofia? […] Mio padre si imbarazzava per il mio imbarazzo: Pensa a una roba de risponder se i te lo chiedi. Quando mia madre mi ha riferito che anche le sue colleghe restavano perplesse, ho azzardato che forse si poteva aggirare l’ostacolo: No ste dir filosofia, disé estetica.» (M. Covacich, La città interiore, La Nave di Teseo 2017)
Nel suggerire a sua madre di qualificarlo alle sue amiche come «studente di Estetica», forse Mauro Covacich svelava anche un altro interesse, coltivato da autodidatta, sin da quando studiava Filosofia all’Università di Trieste: quello per l’arte visiva, che nella sua opera di scrittore sembra agire, confessa in una lunga intervista alla rivista “Arabeschi”, come un «farmaco a lento rilascio». Anche per questo motivo il convegno “Virgola, a capo” (11 maggio, dalle ore 15.00) proposto da Elisa Enrile e Giorgia Ghersi (alunne del Collegio Nuovo) con il supporto dei Docenti di UniPV Clelia Martignoni, Paolo Campiglio e Federico Francucci, dopo sei interventi “tra postmoderno e nuovi realismi” in arte e letteratura, offre a coronamento un incontro con un autore come il triestino Mauro Covacich, dove i confini, tra scrittura e arte visiva, anche performativa, sono mobili (si veda articolo correlato http://news.unipv.it/?p=21468)
A condurre il dialogo con lo scrittore finalista al Premio Strega (La sposa, raccolta di racconti tra autobiografia, cronaca e finzione) e autore, fra l’altro, di L’arte contemporanea spiegata a tuo marito, saranno Cristiana Campanini, giornalista di arte contemporanea e design, e Raffaele Donnarumma, docente di Letteratura italiana contemporanea (Università di Pisa e Scuola Superiore IUSS-Pavia) che tre anni fa ha pubblicato per il Mulino il saggio Ipermodernità. Dove va la narrativa contemporanea.
Che ruolo hanno nella poetica di Covacich performer come Marina Abramović, qual è la suggestione del concetto di “intimità pubblica” di un’artista come Sophie Calle, come si rispecchiano le identità e le storie di C/Kovacich nel racconto di una Trieste “interiore” che somiglia più a Città del Capo e Montréal che alla “matrigna Vienna”? Giù a perdifiato dal “travelogue” La città interiore uscito da qualche mese, sino agli esordi della pentalogia che vede Covacich continuare a “fingere” a colpi di penna, affidandosi anche alla firma con eteronimi femminili (Angela Del Fabbro, traduzione in italiano del suo cognome), non mancheranno gli spunti per un incontro in cui risuoneranno arte e letteratura, storia e musica, affrontando le inquietudini del contemporaneo anche attraverso le radici del passato.
Sito Collegio Nuovo http://colnuovo.unipv.it/news.php#.WQmf0xQ1Z5k