Il Museo di Storia Naturale e il Museo Camillo Golgi dell’Università di Pavia celebrano a Palazzo Botta un 8 marzo all’insegna della scienza. Se oggi è piuttosto comune incontrare donne nelle corsie e nelle sale operatorie degli ospedali o sulle cattedre universitarie, alla fine dell’Ottocento era molto raro per una donna poter accedere agli studi universitari e ancor di più a quelli a carattere scientifico, ma quelle che ci riuscivano erano davvero forti.
Anna Kuliscioff, Rina Monti, Clelia Landriani, Piera Locatelli sono quattro personalità che in modi e in tempi diversi hanno segnato tappe fondamentali verso una parità ancora oggi, forse, non totalmente raggiunta.
Nell’Aula Golgi di Palazzo Botta a Pavia alle ore 10.30 le conservatrici dei Musei terranno una conversazione sulle quattro signore “in cappellino”, scienziate ma anche donne e madri. Curiosità, ricerche scientifiche, vita privata e professionale sono i temi della conferenza che sarà seguita dalla visita alle collezioni del Museo Golgi e del Museo di Storia Naturale situati nell’edificio storico.
Tutta l’iniziativa “D’Amore e di Scienza” è gratuita, offerta alla cittadinanza dal Sistema Museale di Ateneo. L’appuntamento è in Piazza Botta, 10 a Pavia, mercoledì 8 marzo 2017 alle ore 10.30. Non è necessario prenotare. Per informazioni 0382 986297.
Per approfondimenti:
Rina (Cesarina) Monti Stella (1871-1937), Una scienziata in gonna e cappellino
Nata ad Arcisate, non seguì la carriera da avvocato del padre ma insieme al fratello Achille, futuro professore di Anatomia patologica a Pavia, seguì gli studi scientifici, laureandosi a Pavia in Scienze Naturali nel 1892 e intraprendendo la carriera in ateneo. Le spiccate doti scientifiche la celebrano come prima donna a salire su una cattedra universitaria, a Sassari nel 1907. Insegnò a lungo a Pavia, nel difficile periodo della Prima Guerra Mondiale, e a Milano. L’impegno scientifico di Rina Monti è testimoniato da oltre 100 pubblicazioni che compose nel corso della sua non lunga esistenza (morì nel 1937, a 66 anni d’età). La limnologia fu uno dei leitmotiv della sua esperienza scientifica, portandola ad essere considerata uno dei pionieri di questa disciplina. Signora modesta, gentile, integerrima ma anche severa e distante tanto da far intimorire i suoi allievi a prima vista. Sposa del geologo bresciano Augusto Stella (1863-1944), professore presso i politecnici di Torino e di Roma, ebbe due figlie, Luigia Achillea ed Emilia, entrambe affermate docenti universitarie.
Anna Kuliscioff (1853?–1925), La “dottora dei poveri” dei milanesi .
Nasce in Crimea, in una ricca famiglia di commercianti ebrei. Prima populista, anarchica, rivoluzionaria internazionale diventerà poi una protagonista del socialismo italiano. Sempre infiammata da una passione politica che la vedrà in carcere e la farà vivere sotto la continua, incombente minaccia dell’espulsione dall’Italia, viene accolta nei primi mesi del 1886 da Camillo Golgi nel suo Gabinetto di Patologia generale, già famoso e apprezzato, per svolgere una ricerca sull’eziologia della febbre puerperale in attesa che venga accolta la sua domanda di trasferimento all’Università di Pavia dove intende laurearsi in Medicina. Se il suo lavoro sperimentale trova l’apprezzamento di Golgi e quello entusiastico del fratello di Rina Monti, Achille, non così la sua richiesta che viene respinta da una comunità accademica preoccupata dalle sue idee politiche radicali. La vicenda pavese finirà il pomeriggio di una domenica di aprile con un duello e Anna si laureerà l’anno successivo a Napoli. Specializzatasi in ginecologia inizia una nuova fase della sua vita. Anna si stabilisce a Milano con il suo compagno Filippo Turati e inizia la professione privata come “dottora dei poveri”. Una grave forma di tubercolosi le impedisce presto di continuare ad esercitare la professione medica. L’impegno politico invece continua.
Clelia Landriani (1890-1976), “Se non puoi esser strada, sii sentiero, Ma bisogna essere al meglio quello che si è”.
Figlia di un maniscalco nasce a Pavia nel 1890. Studia Clelia e, ottenuta la licenza tecnica di tipo commerciale nel 1906, l’anno successivo, a soli 17 anni, prende servizio come preparatrice nel Laboratorio d’Anatomia Patologica dell’Ateneo mostrando rapidamente doti non comuni in una ragazzina di quell’età. Ancora oggi sono conservati presso il Museo Golgi numerosi vetrini istologici da lei preparati che dimostrano le sue notevoli capacità. Mantiene l’incarico per sedici anni con una continua crescita professionale. Poi, vicende sicuramente personali fanno si che il suo mentore, quell’Achille Monti del duello per Anna Kuliscioff, ora Direttore dell’Istituto di Anatomia Patologica e preside della facoltà di Medicina, la prenda pesantemente di mira. Il suo trasferimento presso l’Istituto di Zoologia diretto dalla sorella Rina Monti con contemporaneo declassamento a custode, inducono Clelia a lasciare l’Università per continuare la sua attività presso la Clinica Morelli, la tanto nota “cà ad salud” dei pavesi.
Piera Locatelli (1900–1975), La signorina diventata professore ordinario.
Nata a Milano da una famiglia borghese si iscrive nel 1918 alla Facoltà di medicina dell’Università di Pavia. Attratta dalla ricerca scientifica, comincia quasi subito a frequentare l’Istituto di Golgi. Le sue pubblicazioni sull’influenza del sistema nervoso sui processi di rigenerazione le procurano una certa notorietà internazionale e a venticinque anni Piera riceve il prestigioso premio Lallemand dall’Académie des Sciences di Parigi. Nell’arco di soli due anni consegue la libera docenza in istologia e biologia generale e, vincitrice di una borsa di studio della Rockefeller Foundation, frequenta l’Institut Pasteur di Parigi. Il successore di Golgi, Aldo Perroncito ha enorme stima di lei, ma la sua prematura scomparsa provoca quasi un arresto della carriera scientifica di Piera. Lei tenace non demorde. Lavora, pubblica e intanto pazientemente aspetta. Passano tredici anni, poi “La Signorina”, come viene rispettosamente chiamata all’Istituto che fu di Golgi, ne diventa direttore nel 1942 e da quel momento, vivrà stabilmente a Palazzo Botta nell’alloggio a lei riservato. Diventa professore ordinario nel 1951 a coronamento di una vita completamente votata alla ricerca.