L’Aula Goldoniana del Collegio Ghislieri, gremita mercoledì 4 febbraio durante l’incontro con Valerio Massimo Manfredi, sembra sfatare un luogo comune. A Pavia si legge, ci si interessa, la partecipazione dei presenti era palpabile.
Ospite dell’International Winter School, Manfredi interviene sul tema storytelling and history writing ed esordisce con piglio agguerrito soffermandosi sul differente approccio del narratore e dello storico: l’esigenza del primo di richiamare l’attenzione e di mantenerla viva, dando libero sfogo alla fantasia e la capacità di riferirsi a fonti attendibili, prevalente nel secondo. Pone l’accento sull’importanza che riveste l’Emozione per gli esseri umani, ciò che li rende diversi non soltanto dal resto del regno animale, ma tra di loro. Cita un episodio della sua carriera di scrittore, quando – a Parigi – al termine della presentazione di una pubblicazione, in fila tra i lettori si presentò un uomo in tre pezzi grigio, occhialini calati sul naso, semi calvo, che ricordava Bernard Blier. Lo ringraziò per averlo fatto salire su Bucefalo, regalandogli un’emozione nella sua vita di bancario: 330 giorni l’anno dedicati alla contabilità…
Dalla platea si levano domande. In particolare, in riferimento alla citazione manzoniana, secondo la quale poesia e letteratura debbano proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo: in cosa consisterebbe l’utilità della narrazione? Manfredi riflette ad alta voce, pensando al sonetto “L’Infinito” di Leopardi, alla “nona” sinfonia di Beethoven. Qual è la loro utilità? Nessuna. In questo consiste la loro purezza e la loro bellezza. L’attività di scrittore-studioso-conduttore televisivo gli ha consentito di viaggiare e di confrontarsi con molteplici persone rispetto alle quali ha avvertito una sorta di diversità. Col tempo ha realizzato che quel qualcosa che lo distingue è frutto della sua formazione, quel mix che lui stesso definisce la complessità.
Una serata dunque ricca di spunti, le storie sono concepite per generare emozioni, per coinvolgere, esattamente come un dipinto o un brano musicale, non necessariamente per veicolare informazioni, questo il messaggio dello scrittore.
Anna Maria Lopez
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