Dopo l’annuncio di settimana scorsa, il progetto “Dove c’è bisogno che io porti un aiuto”, voluto dal Rettore dell’Università di Pavia e coordinato dal prof. Giuseppe Faita, ha suscitato notevole interesse come dimostrato dalle adesioni al gruppo Facebook e dalla compilazione del modulo di adesione (oltre 50 studenti).

Le prime azioni sono già avviate e sono tutte svolte nel rigoroso rispetto delle norme per prevenire la diffusione del contagio.

Il primo intervento, Parole di dolcezza, consiste nella preparazione di alcune torte e di alcuni biglietti con un pensiero, un augurio, una poesia, che la Caritas poi ritira e distribuisce tra le persone che cura e segue: un piccolo gesto per combattere la solitudine dei più soli, per dare una piccola luce di speranza nel buio tunnel del contagio e dell’isolamento che lo accompagna.

Gli studenti, in collegio o appartamento, verranno organizzati secondo un calendario in modo da rendere il servizio regolare; mercoledì scorso la prima spedizione ad opera del Collegio S. Caterina da Siena: Anna Comelli (matricola di medicina, foto) e Laura Strada (3° anno di lettere) hanno preparato due torte (foto) che sono sono state ritirate da Don Dario e consegnate agli ospiti del dormitorio della Caritas (foto). Lunedì 30 marzo all’opera gli studenti del Collegio Cardano, poi toccherà a Volta, Griziotti e Cairoli.

Anche chi è in questo momento lontano da Pavia potrà dare il suo contributo scrivendo e inviando un pensiero via mail o tramite i canali social: il senso di comunità creato potrà essere così trasmesso a quanti si sentono esclusi e abbandonati. 

Questo può apparire un piccolo gesto, ma la sua portata umana è incommensurabile: far sentire meno sole, seppure per un momento, quelle persone che vivono nella solitudine, se non addirittura nell’abbandono, è veramente una bella cosa. Inoltre, la raccolta di questi messaggi consentirà la creazione di una bacheca virtuale accessibile a tutti, che renderà più evidente quella sensibilità umana verso gli altri di cui avremo sicuramente bisogno quando si tornerà alla nuova “normalità”.

Sotto gli studenti del Collegio Cardano e i biscotti da loro preparati:

Il secondo intervento è realizzato dall’EDiSU grazie al suo servizio mensa e su input del Prof. Francesco Rigano, che ha voluto così aderire con entusiasmo e convinzione al progetto “Dove c’é bisogno che io porti un aiuto“.

A partire da mercoledì scorso la Mensa Centrale prepara 50 pasti che la Caritas ritira per distribuirli alle tante persone che altrimenti non potrebbero mangiare (e sono tante); Gianni Riolo (foto), responsabile della mensa, ha accettato ben volentieri di poter dare un contributo così utile in un momento così difficile. Peraltro tale iniziativa ben si integra nella tradizionale disponibilità di EDiSU che, ormai da tanti anni, fornisce a fine giornata circa 20 pasti alla Fondazione Costantino, nell’ambito del progetto di solidarietà  Citycibo.

Gianni Riolo e tutto il personale preparano così i 50 pasti (foto) che, una volta caricati sul furgoncino della Caritas (foto), vengono consegnati al dormitorio della Caritas che li distribuisce ai suoi ospiti, ben felici di sentirsi al centro di una azione positiva (foto).

Questo è solo l’inizio: il progetto continuerà a svilupparsi con altre iniziative, che, quando ciò sarà possibile, coinvolgeranno in modo più diretto e immediato i nostri giovani studenti.

Peraltro tale progetto e le azioni ad esso collegate proseguiranno anche finita la crisi emergenziale attuale, perché il nuovo futuro che ci aspetta sarà tanto migliore quanto più sarà umano.

 

 

In programma anche un’ulteriore “Azione”, quella denominata “Racconti di esperienze vissute”, nella quale si intende raccogliere brevi filmati (ca. 3 minuti) realizzati da chi sente di avere un’esperienza vissuta di aiuto o sostegno a qualcuno in difficoltà (un vicino, un compagno di studi, un anziano…) e desidera condividerla con gli altri.

I video potranno essere raccolti nella sezione filmati del gruppo Facebook così da rendere evidenti e condivise tutte quelle belle storie che, troppo spesso, vengono scordate e che rappresenteranno il giusto contrappeso ai tanti racconti del brutto che solitamente hanno visibilità ben superiore.

Si costruirà così una bacheca di azioni positive messe in campo da singoli studenti o anche da associazioni.

Potranno essere coinvolti anche gli studenti rientrati alle loro residenze o ex studenti impegnati sia sul fronte sanitario sia su quello della cooperazione internazionale o ancora delle varie forme di volontariato.

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