L’Università di Pavia in collaborazione con L’AREU (l’Azienda Regionale Emergenza e Urgenza) Lombardia ha avviato un progetto per l’installazione di quindici DAE (Defibrillatori Automatici Esterni), suddivisi tra interni ed esterni, da utilizzare in caso di crisi cardiache.

L’Ateneo, sensibile al tema della prevenzione sanitaria e della diffusione della cultura di gestione dell’emergenza, in coordinazione con SOREU della Pianura (Pavia), ha deciso di dotarsi di defibrillatori automatici d’emergenza DAE in considerazione dell’alto numero di personale e degli utenti che giornalmente frequentano le strutture universitarie, della complessità degli edifici e delle sedi distribuite sul territorio cittadino. Per la realizzazione del progetto l’Università ha aderito a un bando di AREU Lombardia per l’assegnazione di 100 DAE in comodato d’uso a enti e aziende pubblici e privati della regione Lombardia. Il progetto presentato è stato selezionato e sono stati assegnati 2 apparecchi con relativa teca da installare all’interno degli edifici S. Tommaso e S. Felice. L’installazione è stata possibile grazie alla collaborazione del responsabile e del personale del Servizio Facility e Utility dell’Area Tecnica Informatica.

L’incontro per la comunicazione dell’avvenuta installazione dei primi sette DAE – Defibrillatori Automatici da Esterno, sarà presentato il giorno lunedì 1 febbraio 2016 alle ore 14.00 presso l’Aula del 400 dell’Università di Pavia (Corso Strada Nuova, 65).

Alla presentazione interverranno:

– Prof. Pietro Previtali, Delegato del Rettore alle Risorse Umane
– Dott. Davide Barbieri, Dirigente dell’Area Ambiente, Sicurezza e Laboratori
– Dott. Maurizio Raimondi, Direttore del SOREU della Pianura (Pavia)
– Dott.ssa Tiziana Chiara dell’Università di Pavia, Responsabile del progetto per l’installazione dei Defibrillatori
– Ing. Laura Gobbi, Responsabile Servizio Facility e Utility

Nel corso dell’incontro verranno illustrate agli addetti al primo soccorso dell’ateneo, alcune indicazioni base per l’utilizzo e la gestione dell’apparecchio, anche dopo l’uso, in attesa di un corso specifico che prevede la formazione di 200 unità di personale dell’Ateneo all’uso dei DAE in casi di emergenza.

I defibrillatori DAE sono dei dispositivi computerizzati che spiegano con semplici comandi vocali e visivi al soccorritore come intervenire in caso di arresto cardiaco. Il dispositivo inoltre eroga una particolare corrente elettrica al cuore attraverso piastre posizionate sul torace per riavviare il sistema elettrico cardiaco autonomo. La defibrillazione esterna può essere eseguita per mezzo di un defibrillatore manuale utilizzabile solo da personale sanitario certificato, oppure per mezzo di un DAE (Defibrillatore Automatico Esterno), utilizzabile anche da personale non sanitario dopo un breve corso di formazione.

I sette defibrillatori DAE, 6 completi ciascuno di relativa teca a muro, 1 di totem esterno riscaldato e di cartelli segnalatori, sono installati nei punti:

  • Ingegneria – via Ferrata (piano rialzato di fronte al bar)
  • Edificio Golgi Spallanzani – via Ferrata (Punto informazioni – piano terra)
  • Dipartimento di Fisica – via Bassi (piano rialzato – ingresso)
  • Palazzo San Felice – via San Felice (Piano terra – ingresso)
  • Totem esterno – Università centrale, Corso Strada Nuova, 65 (Cortile delle statue)
  • Palazzo San Tommaso – via Siro Comi (Piano terra – ingresso)
  • Dipartimento di Chimica – organica – via Taramelli (piano rialzato)

I punti di installazione dei DAE sono stati scelti sulla base della quantità delle persone che gravitano sulle aree prescelte. L’utenza ordinaria può infatti aumentare in coincidenza di convegni, proclamazioni lauree e altri eventi organizzati dall’Università.

Una quota di utenza può essere rappresentata anche dalla cittadinanza, soprattutto nei punti presenti nel centro cittadino.

La presenza dei defibrillatori nell’Università è un importante passo avanti nella diffusione della medicina di urgenza sul territorio. La presenza dei defibrillatori in una determinata area accresce inoltre la sicurezza delle persone che vi gravitano, al di là del singolo evento di emergenza.

Si tratta inoltre di una pratica che ci allinea al resto d’Europa.