Venerdì 10 marzo 2023, press l’Aula Magna dell’Università di Pavia, si terrà il convegno “Il paziente anziano con patologia oncologica: tra nuovi scenari assistenziali e nuove tecnologie”.

Le malattie croniche stanno diventando la principale causa di morbilità, disabilità e mortalità e gran parte delle cure e dell’assistenza si concentra spesso negli ultimi anni di vita. Invecchiamento, cronicità e disabilità, che spesso si associano a più complessive situazioni di esclusione sociale, comportano la definizione di un nuovo modello di risposta alla domanda di assistenza. All’interno di questo quadro sociale ed epidemiologico, sempre più il cancro sta diventando una patologia cronica.

A questa trasformazione contribuiscono anche le terapie innovative, spesso orali o sottocutanee, l’introduzione delle cure simultanee precoci, l’integrazione con le cure palliative e, ove attivata, una efficiente organizzazione in rete a livello aziendale, interaziendale e regionale, che coinvolge tutti gli attori del sistema. La cronicizzazione di molte forme tumorali derivata dalle terapie innovative ha come effetto non solo il prolungamento del percorso di cura del paziente, ma anche una costante migrazione dalla centralizzazione ospedaliera della cura (in particolare dagli Istituti a vocazione oncologica) ad un processo di cura sempre con un coordinamento ospedaliero ma spesso effettuato in prossimità del domicilio ed associato a quello di home care.

Tutto questo pone sfide riorganizzative importanti. Un efficace percorso di cura oncologico per essere appropriato e intersecato con la gestione degli aspetti clinici e sociali tipici della cronicità e della fragilità, deve obbligatoriamente essere multidisciplinare e multispecialistico per includere ed integrare tutti i passaggi necessari, dalla prevenzione alla riabilitazione fino alla cura della terminalità. Per questo diventa essenziale la sinergia e l’integrazione coordinata di attività, competenze e risorse che afferiscono ad ambiti gestionali differenti. È anche importante considerare che l’innovazione scientifica e tecnologica offre nuovi strumenti di grande efficacia per il trattamento delle neoplasie, anche in fase avanzata.

Queste condizioni inducono i sanitari ad estendere l’offerta di cura anche a casi che in un passato non sarebbero stati considerati suscettibili di trattamento (pazienti con malattia molto estesa, età avanzata, polipatologici o non autosufficienti).

Il rovescio della medaglia è rappresentato da un assetto socioeconomico di molte famiglie che rende spesso complesso e difficoltoso l’accesso dei pazienti, spesso soli e con difficoltà organizzative, logistiche ed economiche, ai percorsi di cura. A fronte di tutto ciò diventa ancora più essenziale assicurare percorsi che si estendano, oltre l’ospedale, anche al territorio integrando non solo risorse sanitarie ma anche sociosanitarie e territoriali in un iter che tenga conto delle concrete esigenze dei pazienti e delle loro famiglie.

L’elemento della cronicità, è quindi strettamente legato anche all’oncologia e, nella nostra Regione, potrà essere affrontato anche nelle diverse prospettive sul territorio degli degli Ospedali di Comunità, sempre nell’ambito delle potenzialità offerte dalle strutture oncologiche aziendali ed interaziendali nell’ambito del DIPO. Organizzare ambiti di cura che comprendano anche il domicilio ma sapendo di avere a disposizione gli approcci migliori in un ambiente ospedaliero di prossimità diventa una delle sfide da affrontare per tracciare percorsi di salute ottimali per tutti i pazienti in un’ottica di sviluppo sempre più importante della integrazione ospedale-territorio.

In questo ambito, l’approccio privilegiato di intervento sia a livello ospedaliero che territoriale, che deve costituire l’asse portante dei futuri PDTA, può essere individuato tra l’altro in: gestione routinaria dei pazienti oncologici cronici, affetti da multipatologia, lungo sopravviventi oppure in fasi avanzate di malattia e necessitanti di un approccio palliativo e di gestione della terminalità; gestione delle tossicità che non richiedono accesso in urgenza in ospedale; somministrazione di terapie orali, sottocutanee ed endovena a bassa intensità; implementazione del modello di cure simultanee precoci; aspetti legati alla riabilitazione; supporto nutrizionale e supporto psicologico; coordinamento delle varie valutazioni specialistiche eventualmente necessarie.

Di questi e di altri temi correlati si discuterà durante, con l’aiuto di esperti del settore e con l’intento di stimolare la più ampia e costruttiva partecipazione attiva da parte dei presenti.

In allegato il programma completo: Brochure “Il paziente anziano con patologia oncologica”