Sabato 5 novembre 2022, alle ore 11:00, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia (Corso Strada Nuova, 65), sarà presentato il volume “Winckelmann. L’uomo che ha cambiato il modo di vedere l’arte antica” di Federica La Manna (La nave di Teseo, 2022). Massimo Bocchiola conversa con l’autrice.

Johann Joachim Winckelmann è stato uno dei più importanti intellettuali del XVIII secolo.

Bibliotecario, storico dell’arte, archeologo, appassionato di letteratura e arte classica, divenne uno dei teorici del neoclassicismo e la sua influenza sulla cultura europea della seconda metà del Settecento fu enorme.

Tuttora il suo sguardo sull’arte continua a influenzare il nostro modo di vederla e considerarla.

Figlio di un umile ciabattino, grazie alla sua vivace intelligenza e alla dedizione agli studi, diventa prima bibliotecario di un conte e poi soprintendente alle antichità della corte pontificia. La sua vita fu romanzesca, passata tra la nativa Prussia e la Roma papale, nelle università, nei salotti e nelle corti più importanti d’Europa, tra personaggi d’altissimo rango, eruditi, nobili e cardinali, tra amicizie durature e liti causate dal carattere forte e intransigente.

Federica La Manna è professoressa di Letteratura tedesca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Lingua e Letteratura tedesca presso l’Università di Pavia con Claudio Magris e Giorgio Cusatelli. È stata borsista di ricerca alla Fondazione Francke dell’Università di Halle-Wittenberg. Studia i rapporti fra letteratura, antropologia e medicina nel Settecento e ha collaborato all’edizione commentata dell’opera di Wackenroder (2014). Ha pubblicato numerosi articoli su temi legati al romanticismo tedesco ed è autrice di svariati contributi sull’opera e sulla ricezione di Winckelmann. Tra i suoi volumi: Più solitario di un lupo. Tipologia del melanconico nel Settecento tedesco (2002), Sineddoche dell’anima. Il volto nel dibattito tedesco del Settecento (2013).

Massimo Bocchiola è nato e vive a Pavia, dove si è laureato in Filologia romanza con Cesare Segre. Traduttore dall’inglese per l’editoria (ha tradotto numerosi autori, fra i quali E.A. Poe, Henry Thoreau, R.L. Stevenson, J. London, Rudyard Kipling, Samuel Beckett, F. S. Fitzgerald, Thomas Pynchon, Paul Auster, Martin Amis, Irvine Welsh, Charles Bukowski, Tim Parks; e fra i poeti Jack Kerouac, Vladimir Nabokov, Charles Reznikoff, Simon Armitage, Blake Morrison, W. H. Auden) è anche scrittore, poeta e autore di romanzi storici. Per la sua attività, nel 2000 ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero per i Beni Culturali. Insegna a contratto Tecniche di revisione editoriale al Master di Editoria allestito dal Collegio Santa Caterina da Siena in collaborazione con l’Università di Pavia e Tecniche di redazione, generi e testualità alla IULM di Milano.