Nell’ambito del ciclo “I Giovedì del Collegio Cairoli”, giovedì 12 novembre 2015 alle ore 18.00 nell’Aula Magna del Collegio (Piazza Cairoli), il Prof. Gianvico Melzi d’Eril dell’Università Statale di Milano, presentato dal Prof. Eugenio Mira, terrà una conferenza dal titolo “Il Codice Atlantico di Leonardo”.
Nove giorni prima della sua morte, il 23 aprile 1519, Leonardo detta il proprio testamento e dona “tutti et ciascheduno li libri che el dicto testatore ha de presente” all’allievo Francesco Melzi che conservò religiosamente la preziosa eredità nella sua villa di Vaprio d’Adda fino alla sua morte. Nel 1566 viene visitato dal Vasari che scriverà nel suo trattato “ha care e tiene qual reliquie tal carte”. Dopo la morte di Francesco Melzi (1570) inizia la dispersione di quel patrimonio straordinario e unico.
Poco è noto di quanto avviene nei venti anni seguenti, di certo all’inizio degli anni ‘90 gran parte dell’eredità di Leonardo è passata nelle mani di Pompeo Leoni, scultore alla corte di Madrid. Il Leoni, utilizzando numerosi manoscritti smembrati, compone il Codice Atlantico che giunge all’Ambrosiana, insieme ad altri volumi, per donazione di Galeazzo Arconati che li aveva acquistati dagli eredi del Leoni. Tra questi, dodici manoscritti, requisiti da Napoleone nel 1796, sono rimasti a Parigi presso l’Intitut de France. Il Leoni è anche responsabile della formazione del codice Arundel e dell’attuale raccolta della Royal Library a Windsor, ove confluirono i disegni più spettacolari. Fu lui pure proprietario dei tre Codici Forster e dei due codici riscoperti nel 1966 nella Biblioteca Nacional di Madrid. Il Codice Leicester, proprietà di Guglielmo Della Porta a Roma nel 1537, attraverso varie vicissitudini, è nelle mani di Bill Gates dal 1994. Il Codice sul volo degli uccelli, frutto di una sottrazione dall’attuale manoscritto B, acquistato da Fedor Sabacnikov, è stato nel 1893 donato a Casa Savoia.
La storia della dispersione, “non ancora chiara” come dice Carlo Pedretti, è piena di eventi inaspettati e imprevedibili rappresentando, nel suo svolgersi, un autentico romanzo.
GIANVICO MELZI d’ERIL, nato a Venezia nel 1942, si è laureato in Chimica (1967) e in Medicina (1978). Ha svolto la sua carriera prima in ambito ospedaliero fino al ruolo di primario presso l’IRCCS Istituto C. Mondino di Pavia e quindi in ambito universitario prima presso l’Ateneo di Pavia, poi presso quello dell’Insubria a Varese e infine come professore ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica presso l’Università Statale di Milano fino all’anno accademico 2011-2012. È stato anche direttore della Scuola di specializzazione in Biochimica Clinica e del Laboratorio di Analisi dell’Ospedale di Circolo di Varese e dell’Ospedale San Paolo di Milano. Attualmente è professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano. È autore di circa 350 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali. Non è uno storico né uno studioso di arte ma ha vissuto fin dall’infanzia in particolare confidenza con la figura di Leonardo da Vinci. Infatti è discendente di Giovanni Francesco Melzi, discepolo ed erede di Leonardo, ed ha vissuto a Vaprio d’Adda nella casa di famiglia ove è stata conservata per diversi decenni la maggior parte degli scritti e dei disegni di Leonardo, prima della loro dispersione.