Ai tempi di Dante la parola “grammatica” si riferiva al latino: la prima grammatica del volgare sarebbe arrivata solo un secolo dopo. Dante costruì la lingua del suo poema con grande consapevolezza e libertà; quella libertà che nel Cinquecento avrebbe portato il classicista Pietro Bembo a escluderlo dal canone linguistico, preferendogli Petrarca e Boccaccio.
Tentativo fallito: già l’Accademia della Crusca avrebbe restituito a Dante quel titolo di «padre della lingua italiana» che lo stesso Petrarca gli aveva di fatto riconosciuto in una celebre lettera a Boccaccio, riconoscendogli (in latino) «il primato nell’eloquenza volgare». Proprio con questa lettera, in cui si parla anche della fortuna popolare dei testi danteschi, si apre la mostra Dante Gli occhi e la mente. Un’epopea pop curata per il MAR di Ravenna da Giuseppe Antonelli con la collaborazione di Giovanni Battista Boccardo e di Federico Milone (25.9.2021 -9.1.2022).
Mercoledì 15 dicembre 2021, alle ore 17.00, terzo appuntamento del ciclo di eventi “Viaggio intorno a Dante”, che accompagna la mostra “Memorie e smarrimenti. Il viaggio di Dante” allestita in Salone Teresiano, con l’intervento di Giuseppe Antonelli “Dante e la grammatica della libertà”.
La partecipazione all’evento è su prenotazione con Affluences, fino a esaurimento posti, cercate la data del 15 dicembre qui https://affluences.com/biblioteca-universitaria-di-pavia-mic/reservation
Obbligo di Green Pass.
Giuseppe Antonelli è professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università di Pavia e collabora agli inserti «7» e «La lettura» del «Corriere della Sera»; con Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin ha curato la Storia dell’italiano scritto in sei volumi (Carocci 2014-2021, premio Pavese 2021 per la saggistica). Tra i suoi ultimi libri: Volgare eloquenza. Come le parole hanno paralizzato la politica (Laterza 2017), Il museo della lingua italiana (Mondadori, 2018) e Il mondo visto dalle parole (Solferino 2020).