Si terrà giovedì 22 aprile 2021, data della Giornata Mondiale della Terra (World Earth Day 2021: Restore our Earth), il convegno di presentazione di LIFE Drylands (LIFE18 NAT/IT/000803), progetto ideato e condotto dall’Università di Pavia (Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente), con l’obiettivo di ripristinare gli habitat delle zone aride a rischio in Pianura Padana e produrre linee guida per la loro conservazione e futura gestione.

Il progetto, finanziato dall’Unione Europea con 1,3 milioni di euro e cofinanziato da Fondazione Cariplo, si intitola “Restauro delle praterie e delle brughiere xero-acidofile continentali in siti Natura 2000 del Piemonte e della Lombardia” ed è attuato assieme a una rete di partner che comprende la Rete degli Orti Botanici della Lombardia, l’Università di Bologna e diversi enti parco.

Per drylands (“zone aride”) si intendono aree quali praterie e brughiere con suoli sabbiosi o ghiaiosi, non adatte alle attività agricole e spesso abbandonate, ma importantissime per l’ecosistema e quindi per la salute delle specie animali e dell’uomo.

Le aree di intervento si trovano in Lombardia e Piemonte, in un ambito territoriale che intercetta i fiumi Sesia, Ticino e Po, in 8 siti Natura 2000, la rete ecologica europea che tutela gli habitat naturali a rischio.

Il convegno, dal titolo “Io abito, tu abiti, egli habitat”, intende richiamare l’attenzione sul tema portante del progetto, ossia l’importanza di ripristinare gli habitat delle zone aride:

“Noi preferiamo il termine ‘restaurare’ – spiega la responsabile scientifica del progetto professoressa Silvia Assini, docente dell’Università di Pavia – perché si tratta di riportare gli habitat a una più favorevole condizione di conservazione, ricostituendone la struttura e la composizione floristica tipiche, così da garantire un futuro a specie a rischio, preservando la biodiversità e ristabilendo l’equilibrio tra gli ecosistemi”.

Habitat con caratteristiche uniche in Europa, e ad alto rischio:

  • Habitat 2330 – corineforeti: praterie su dune sabbiose e/o depositi fluviali in via di estinzione (riduzione di oltre il 70% in 60 anni)
  • Habitat 4030 – lande secche europee: brughiere che mostrano particolari composizioni floristiche (riduzione di oltre il 60% in 40 anni)
  • Habitat 6210 (sottotipo acidofilo) – praterie aride: formazioni erbose secche e con cespugli, ricche di specie peculiari tra cui, talvolta, anche orchidee (riduzione di oltre il 50% in 40 anni).

Oggi gli habitat delle zone aride sono minacciati, sia per la perdita e la frammentazione dovute alle attività antropiche sia per l’incuria e l’inquinamento, e molte delle specie vegetali e animali sono a rischio.

Il progetto prevede un articolato e complesso programma di interventi, che rispondono a diversi obiettivi, tra cui il restauro della struttura degli habitat (strato di muschi e licheni, strato di piante erbacee, strato arbustivo), l’incremento della biodiversità vegetale e, conseguentemente, della fauna tipica, l’ampliamento o creazione di nuove zone con caratteristiche simili, la messa a punto di linee guida per la gestione e il monitoraggio degli habitat e infine la sensibilizzazione intorno all’indispensabile ruolo degli habitat, spesso di singolare e sorprendente bellezza.

La giornata convegnistica, dalle 9 alle 17.45 su piattaforma zoom, prevede una prima sezione dedicata agli attori istituzionali, una seconda agli aspetti tecnico scientifici e una terza al networking con altri soggetti e progetti LIFE.

Per informazioni, programma e iscrizioni: https://www.lifedrylands.eu/io-abito-tu-abiti-egli-habitat/

Programma

[Fonte immagine: https://www.facebook.com/lifedrylands/photos/?ref=page_internal]
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