La bioacustica e l’ecoacustica da sempre si occupano anche dell’inquinamento acustico prodotto dalle attività umane sia in terra che in mare. In terraferma l’uomo è diretto bersaglio di questa forma di inquinamento, soprattutto dovuta alla tecnofonia, cioè al rumore delle macchine e dei sistemi di trasporto, e per questo l’argomento è ampiamente studiato e adeguate contromisure possono essere prese, perlomeno per attenuare il disturbo diretto sulla popolazione umana. Ma il rumore ha anche un effetto sugli ambienti naturali in quanto può disturbare e interferire con i processi di comunicazione e percezione degli animali con conseguenze ecologiche ancora poco studiate.
In mare il problema è accentuato dal fatto che non ne abbiamo una diretta percezione, ma soprattutto dal fatto che il suono soprattutto a bassa frequenza si propaga su distanze molto estese.
Le prime preoccupazioni sono nate oltre 50 anni fa pensando soprattutto ai cetacei per i quali il suono e un idoneo ambiente acustico sono essenziali per tutte le fasi della loro vita. Ma più recentemente si è compreso che il rumore subacqueo, distinguibile in continuo e diffuso soprattutto a bassa frequenza e quello invece acuto, di grande potenza e localizzato, può interferire anche con altri gruppi zoologici come pesci e invertebrati e avere anche estese ripercussioni ecologiche in un ambiente, quello marino, che è sempre più riconosciuto come essenziale per gli equilibri dell’intera biosfera.
Il CIBRA si occupa di queste problematiche da tempo, ma non c’è ancora una presa di coscienza a livello nazionale né istituzionale né di opinione pubblica.
Un articolo-intervista al prof. Gianni Pavan – direttore del Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali dell’Università di Pavia, Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente – da poco pubblicato online https://www.scienzainrete.it/articolo/antropofonia-peso-dellinquinamento-acustico-mare/anna-romano/2021-02-23 esamina questi aspetti poco noti, ma strettamente connessi al problema della sostenibilità e della corretta gestione degli ambienti naturali.