Lunedì 15 febbraio 2021, alle ore 18.30, in modalità a distanza (su piattaforma zoom) il Collegio Borromeo organizza la presentazione del volume Mansuetudine, terzo appuntamento del progetto “L’arca delle virtù: da Agostino al XXI secolo”. L’incontro proporrà una riflessione sulla mansuetudine a partire dal volume appena uscito per i tipi di Ibis. Dopo i saluti del Rettore del Collegio Borromeo e dell’assessore alla Cultura del Comune di Pavia, ne discuteranno Fabio Rugge e Corrado Augias, Salvatore Veca e Giulia Delogu (curatrice del volume).
La mansuetudine appare virtù diversa fin dalla effige che la rappresenta nell’Arca di Agostino a Pavia. Se la speranza e la carità guardano verso il cielo – indagate nei precedenti volumi della serie – la mansuetudine punta il suo sguardo verso lo spettatore: accarezza un agnello, ma la sua attenzione sembra tutta orientata verso l’altro, in una dimensione terrena e relazionale. Non a caso, fino all’età moderna, la mansuetudine veniva percepita come una virtù sociale, necessaria per il buon ordine e il buon governo. Il volume edito nel 2020 da Ibis, continuando il viaggio attraverso le virtù dell’Arca, iniziato con la speranza e poi proseguito con la carità, riflette su una virtù molto complessa, che oggi appare quasi smarrita. Per ritrovare la mansuetudine e rivelarne la ricchezza di significati, sono state raccolte sei riflessioni, ispirate dalla linguistica, dalla filosofia, dalla teologia, dalla scienza politica e dalla storia.
Giuseppe Antonelli (Università di Pavia) propone un’indagine linguistica che mostra come, se da un lato, il termine mansuetudine è andato scomparendo dal linguaggio, dall’altro, il concetto ha continuato ad essere vitale. Giulia Delogu (Università Ca’ Foscari di Venezia) indaga la questione di questa peculiare virtù dall’inaspettata angolazione delle cosiddette sostanze esotiche (caffè, cacao, the, tabacco) che in età moderna modificarono mercati e abitudine quotidiane e scatenarono un acceso dibattito medico, politico e morale. Gianfranco Ravasi (Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) riflette sulla mansuetudine nelle Scritture, mettendo in luce come sia soprattutto una “virtù d’amore”. Francesca Rigotti (Università della Svizzera Italiana) sviluppa un’analisi ad ampio raggio dall’antichità all’oggi, che la porta a riconsiderare la dicotomia istituita da Norberto Bobbio tra una mansuetudine, passiva, e una mitezza, attiva. Fabio Rugge (Università di Pavia) va alla ricerca della mansuetudine “virtù smarrita” viaggiando tra lingua, pensiero, concetti e proponendo nuove possibile vie per la mansuetudine come virtù politica positiva. Salvatore Veca (Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia) insiste infine sul carattere “elusivo” ma al contempo politico della mansuetudine, virtù della non violenza.
Pavia è la città di Agostino, del quale conserva i resti nella chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro, custoditi in un’urna collocata al di sotto di un’arca marmorea di straordinaria fattura artistica. Tra le 95 statue che adornano l’arca, un posto di rilievo spetta alle Virtù. Agostino, inoltre, è protettore dell’Università di Pavia che, da queste radici passate, ha deciso di proiettarsi verso il futuro promuovendo un progetto che studi come il tesoro morale rappresentato dal pensiero agostiniano sulle virtù possa fornire spunti per una riflessione sull’etica contemporanea.
Programma:
Introduzione di Alberto LOLLI
Rettore dell’Almo Collegio Borromeo
Saluto di Mariangela SINGALI
Assessore alla Cultura del Comune di Pavia
Fabio RUGGE intervista
Corrado AUGIAS
Intervento di Salvatore VECA
Filosofo
Conclusioni di Giulia DELOGU
Curatrice del volume
Per registrarsi e seguire l’evento:
https://collegioborromeo-it.zoom.us/webinar/register/WN_Emc5PaHJSMaj0t6eQHkUkQ