Venerdì 5 febbraio 2021, alle ore 17.00, in diretta sulla pagina Facebook della Biblioteca Universitaria di Pavia, si terrà la presentazione del libro di Massimo Castoldi, Piazzale Loreto. Milano, l’eccidio e il «contrappasso», Donzelli editore, 2020.

Con l’autore ne discutono: Antonella Campagna, Roberto Lodigiani, Pierangelo Lombardi.

All’alba del 10 agosto 1944 quindici antifascisti detenuti nel carcere di San Vittore furono fucilati a piazzale Loreto, senza regolare processo o specifica incriminazione, da un gruppo di militi fascisti su ordine degli occupanti tedeschi. I corpi furono ammassati contro una staccionata di legno e lasciati lì fino al tardo pomeriggio. I milanesi ammutoliti vi assistettero sgomenti e nel silenzio la piazza fu subito ribattezzata piazzale Quindici martiri. Nei giorni della Liberazione, il 29 aprile 1945, furono portati in piazzale Loreto i corpi di Mussolini, di Claretta Petacci e dei gerarchi fascisti uccisi sul Lago di Como. La folla euforica e inferocita accorse per vedere la fine del regime. Le immagini di quella mattina si sovrapposero nella memoria collettiva a quelle dell’anno precedente: furono solo poche ore, ma da quel momento piazzale Loreto non sarebbe più stato soltanto piazzale Quindici martiri.

Per qualche migliaio di persone Piazzale Loreto è, dunque, un luogo simbolo della Resistenza e di tutti coloro che diedero la vita per la libertà del popolo italiano dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista; per qualche decina di migliaia, forse, è il luogo simbolo della fine del fascismo, nel quale furono esposti i cadaveri di Mussolini e dei gerarchi allo sguardo della folla.

La memoria di piazzale Loreto resta, così, a tanti anni di distanza, una memoria incompiuta, che non è riuscita a diventare memoria fondativa dell’Italia libera e democratica, poiché in essa si intrecciano le contraddizioni di oltre settant’anni di storia: dai conti mai risolti con il fascismo ai conflitti politici durante la guerra fredda, fino alla memoria debole e post-ideologica di oggi, che si logora tra la retorica delle vittime e quella della pacificazione. Come ha scritto l’autore del libro, questa è una storia «che è stata usata, deformata, immaginata e adattata alle esigenze del momento, piuttosto che indagata e ricostruita».

Nipote del maestro antifascista Salvatore Principato, uno dei martiri di piazzale Loreto, Massimo Castoldi ha raccolto negli anni materiali relativi all’eccidio del 1944 e alle alterne vicende legate alla storia di quel luogo, diventando un testimone della memoria di piazzale Loreto. Ne esce così uno scrupoloso lavoro di analisi di fonti in gran parte inedite, attraverso le quali sono ricostruite con grande rigore la sequenza degli arresti, le logiche che portarono all’eccidio e a quel che ne seguì, ma, soprattutto restituisce la voce ai quindici martiri, ripercorrendone l’impegno antifascista, attraverso le loro storie umane e politiche.

Un libro, ha scritto David Bidussa che “ci riguarda molto da vicino e parla di noi e a noi, nel tempo attuale”.

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