Succedono, anche in tempi difficili e bui come questi, cose meravigliose. Succede che una signora, ingegnere, grande amica e sostenitrice della Biblioteca Universitaria di Pavia, s’innamori dell’idea di contribuire al restauro del Globo di Vincenzo Rosa, 1793, da sempre posto all’ingresso del Salone Teresiano.

Succede che, parlandone, ci chieda di poterlo fare grazie all’Art Bonus. Ci si attivaer preventivi e progetti, il 2 marzo 2020 si apre una campagna Art Bonus e il 10 marzo la si chiude, perché l’obiettivo è stato raggiunto e la cifra totalmente coperta!

Ma di cosa si tratta, chi era Vincenzo Rosa e, soprattutto, chi è Annalisa Alberici che ha deciso di intraprendere con noi quest’impresa?

Il Globo

Antonio Scarpa, grande medico e docente dell’Ateneo pavese, in una lettera del 5 febbraio 1798 indirizzata al Ministro degli Affari Interni gli racconta dell’importanza del “globo terrestre”, scritto e disegnato a mano da Vincenzo Rosa:

“I tre globi geografici costruiti dal cittadino Vincenzo Rosa, uno dei quali sta collocato in questa Biblioteca […] formano l’ammirazione di tutti gli intelligenti di tali materie, sì per la grandezza non ordinaria di detti globi, che per l’esattezza colla quale sono marcate in ciascheduno di essi le più minute cose geografiche insieme alle più recenti scoperte. È noto a tutti gli impiegati di quest’Università che il cittadino Rosa […] è per natura diligentissimo e pazientissimo. Interrogati da me i periti di simili lavori sul prezzo di essi, valutata soltanto la manifattura, nessuno mi ha detto meno di cento zecchini”.

Il Globo terracqueo è costituito da una struttura lignea ricoperta di gesso  su cui sono incollati i fusi cartacei manoscritti e disegnati. La sfera ha il diametro di un metro, ed è retta da un ottagono in legno con lati di cinquanta centimetri e quattro piedi di sostegno alti ottantatré centimetri.

L’opera ha bisogno di un restauro: la superficie presenta graffi e abrasioni, la leggibilità è difficoltosa a causa dei depositi di sporco e polvere, i disegni e le zone manoscritte presentano lacune e scoloriture dell’inchiostro e alcune lacune di gesso sono evidenti poiché creano fori anche di grandi dimensioni con visione dello strato gessoso. Le parti metalliche, inoltre, si presentano ossidate e ricoperte di depositi di vario genere così come il piedistallo ligneo.

L’intervento di restauro, che avverrà a “cantiere aperto” nello stesso Salone Teresiano durante l’estate, prevede una campagna di documentazione fotografica pre-intervento, la valutazione dei materiali costitutivi dell’opera e dei materiali idonei al restauro, la pulitura di tutte le superfici del globo, del supporto e degli elementi metallici, il consolidamento dei sollevamenti e delle zone fragili, il risarcimento delle lacune, la reintegrazione cromatica e la stesura di protettivi finali. Sarà meraviglioso vedere il Globo ritornare al suo splendore originario!

L’autore

Ma chi era Vincenzo Rosa?

Nato a Brescia nel 1750, fu chiamato alla custodia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia nel 1787 e fino alla morte si occupò dell’incremento e della fama delle collezioni.

Nel 1792 fu inviato dall’Ateneo in Sardegna e in Africa per arricchire il Museo di nuovi reperti, e a lui è dovuto l’ordinamento di tutti gli esseri animali secondo il metodo linneano.

Esperto nel preparare e conservare gli animali, pubblicò a Pavia nel 1817 per i tipi di Fusi Metodo di preparare e conservare gli animali per un gabinetto di Storia naturale.

Per un anno supplì alla cattedra di Storia Naturale del Prof. Giuseppe Mangili, che fu anche rettore dell’Università di Pavia e direttore del museo annesso.

Nel 1793 risultava dipendente della Imperial Regia Biblioteca Ticinese voluta da Maria Teresa d’Austria nel suo grandioso progetto di riforma del sistema d’istruzione pubblica e universitaria.

Fu costruttore di diverse Meridiane e di 24 globi geografici, tre dei quali, di notevole grandezza, erano situati uno nel Museo stesso, l’altro presso la Biblioteca e il terzo nel Gabinetto fisico dell’Università. Dei tre grandi globi citati, l’unico rimasto è quello custodito nella nostra Biblioteca.

La Mecenate

E chi è Annalisa Alberici, che ha finanziato grazie all’Art Bonus il restauro il progetto?

Ingegnere laureata all’Università di Pavia, ha lavorato a lungo come tecnico per Regione Lombardia per poi diventare Responsabile dello Spazio Regione di Pavia. Si è occupata anche di storia della cucina, enogastronomia, ricette e tradizioni, pubblicando molto sull’argomento.

Ma Annalisa, prima con i suoi genitori, poi con suo marito, è sempre stata anche una grande viaggiatrice:

“Ho sempre amato moltissimo le carte geografiche: moderne, antiche, storiche, nautiche, portolani, mappe… Fatte non solo su carta ma anche con altri materiali: per esempio con foglie di palma e conchiglie, come usano gli isolani del Pacifico. Soprattutto pensando a quanto impegno, coraggio e fatica ci sono voluti nei secoli per arrivare alle precise rappresentazioni che oggi conosciamo.

Naturalmente il mappamondo rappresenta l’apoteosi di tutti questi sforzi. Basti pensare a quanto tempo ci è voluto per capire che la terra è rotonda. Anzi alcuni non ne sono convinti ancora adesso. In generale poi il mappamondo è un oggetto bello. Questo poi del Salone Teresiano lo trovo magnifico. Quando ho saputo che cercavano uno sponsor per il restauro, non ho resistito alla tentazione e mi sono offerta di finanziarlo nell’amorevole ricordo di tre grandi viaggiatori della mia famiglia: i miei genitori, Amelia ed Eugenio, e mio marito, Benedetto. Penso che ai tre l’idea del mappamondo sarebbe piaciuta. Perché amavano il bello e pensavano che, prima di tutto, il viaggio inizia sulla carta. Ma attenzione: nessuno di loro viaggiava per vedere il bello, ma per vedere il mondo. E per aprirsi la mente, avvicinando, conoscendo e rispettando persone, culture e punti di vista.

Allora via: si parte con il restauro. Salvare il mappamondo rappresenta per me salvare, anche se in piccola parte, la nostra cultura. Farlo in loro ricordo penso sia il modo più bello per perpetuarne la memoria”.

In tempi di Coronavirus, una bellissima storia d’amore verso il nostro patrimonio culturale e verso i propri cari. A conclusione del restauro, sul supporto del Globo sarà posta una targhetta che reciterà:

Restaurato aD 2020 grazie a Annalisa Alberici Mombelli

nell’imperituro ricordo di tre grandi viaggiatori:

Amelia Montagna Alberici, Eugenio Alberici, Benedetto Mombelli