Martedì 19 novembre 2019, alle ore 21.00, presso il Collegio Nuovo – Fondazione Sandra e Enea Mattei di Pavia (Via Abbiategrasso, 404), si terrà l’incontro “Dallo zinco al litio: storia avventurosa della pila da Volta al Nobel per la chimica 2019”.

«L’invenzione della pila di Volta (1799-1800) segna simbolicamente il passaggio dalla Filosofia Naturale dell’Illuminismo alla scienza applicata e alla rivoluzione tecnologica del XIX secolo. […] La scarsa efficienza postale nell’Europa in guerra e poi il comportamento poco corretto del Presidente della Royal Society fecero sì che la notizia dell’invenzione della pila e le semplici istruzioni per la sua costruzione si diffondessero nel Regno Unito, e poi in Europa, attraverso la stampa quotidiana, ben prima che l’articolo di Volta fosse pubblicato. Volta apprese del successo clamoroso della pila da un quotidiano francese che giunse a Como a metà agosto del 1800. Ma non si adirò dell’appropriazione della sua invenzione, anzi ne fu contento perché questo gli procurò una fama e un prestigio che travalicarono l’ambito puramente scientifico».

(L. Fabbrizzi, in riferimento al suo articolo: “Strange Case of Signor Volta and Mister Nicholson: How Electrochemistry Developed as a Consequence of an Editorial Misconduct”, “Angewandte Chemie”- International Edition; 2019, 58, 5810- 5822; Wiley-VCH Verlag Gmbh &co, KGaA, Weinheim).

Nel 1794 la Royal Society, prestigiosa accademia scientifica fondata nel XVII secolo e tuttora attiva, assegnò la Copley Medal, una specie di Premio Nobel dell’epoca ad Alessandro Volta, per le sue comunicazioni su esperimenti condotti da Luigi Galvani. Due anni dopo, all’Università di Pavia si inaugurò la cattedra di Chimica Generale, tenuta da Luigi Valentino Brugnatelli che accompagnò Volta all’Institut de France di Parigi per illustrare anche allo stesso Napoleone le ricerche che portarono all’invenzione dell’“appareil à colonne” (la pila).

Martedì 19 novembre, sulla figura di Volta e sulle ripercussioni della sua invenzione, interverrà Luigi Fabbrizzi, per oltre trent’anni Ordinario di Chimica Generale e Inorganica e oggi Professore Emerito dell’Università di Pavia. Con lui, Lucio Fregonese, estensore della voce dedicata a Volta nel prestigioso “Dictionary of Scientific Biography”, oltre che co-organizzatore e responsabile scientifico della mostra “The Legacy of Volta: From the Battery to Photovoltaic Electricity” (Tongji University, Shanghai). Dalla pila di Volta si arriverà sino alla rivoluzione tecnologica dei nostri giorni, in un percorso che pone quindi Pavia come uno dei nodi delle “svolte della scienza”, per riprendere il titolo di una fortunata mostra curata da Lucio Fregonese e Paolo Mazzarello per i 650 anni del nostro Ateneo.

Come spiega Luigi Fabbrizzi: “L’esigenza di dispositivi chimici capaci di restituire energia elettrica per funzioni complesse e in ambienti delicati (pacemaker, computer portatili, smartphone, ma anche auto elettriche) ha promosso la ricerca, accademica e industriale, per la produzione di accumulatori di maggior sofisticazione. Tra questi le batterie a ioni litio, destinate a sostituire in tempi brevi gli accumulatori a piombo. Per la loro ideazione e realizzazione il Premio Nobel per la Chimica 2019 è stato assegnato all’americano John Goodenough, all’inglese Stanley Whittingham e al giapponese Akira Yoshino”.

Piccola curiosità che ci riporta a Volta: Goodenough, come se non bastasse, è stato insignito anche della Copley Medal. Prima del Nobel, beninteso.

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