Nel corso del 29° Convegno della Società Italiana di Ecologia, quest’anno dedicato al tema “Capitale Naturale: la gestione per la conservazione”, che si è tenuto a Ferrara dal 10 al 12 settembre 2019, è stato attribuito il Premio “Valerio Giacomini” al Dott. Giacomo Assandri, assegnista presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia grazie a una collaborazione con il MUSE-Museo delle Scienze di Trento.
Il Premio Giacomini è intitolato alla memoria del padre della Gestione e Conservazione della Natura, che fra i primi rese il mondo scientifico consapevole dell’importanza del Capitale Naturale. È attribuito per il migliore articolo di Ecologia a firma di un giovane ricercatore (meno di 35 anni) italiano non strutturato presso Enti di ricerca o Università, comparso su rivista internazionale indicizzata ISI nel 2018.
L’articolo premiato, pubblicato sulla rivista Agriculture, Ecosystems & Environment è il seguente: Beautiful agricultural landscapes promote cultural ecosystem services and biodiversity conservation / I paesaggi agricoli “belli” promuovono i servizi ecosistemici di tipo culturale e la conservazione della biodiversità
L’agricoltura, durante la sua storia millenaria, aveva contribuito a modellare paesaggi culturali impressionanti; tuttavia, negli ultimi decenni, molti di questi sono stati persi o degradati a causa della diffusa intensificazione o dell’abbandono.
I paesaggi agricoli a bassa intensità sono della massima importanza per la conservazione della biodiversità e la fornitura di servizi ecosistemici di tipo culturale.
I ricercatori hanno lavorato in un paesaggio culturale modellato dalla viticoltura (in Trentino, Italia), che recentemente ha subito una diffusa intensificazione. Hanno quantificato esplicitamente due servizi culturali (valori estetici e del patrimonio culturale) e la biodiversità (ricchezza delle specie di uccelli) associati a questo paesaggio in 24 siti di campionamento.
Per l’assegnazione del “valore estetico” hanno usato questionari fotografici standardizzati coi quali si chiedeva a persone di varia estrazione sociale e culturale di attribuire a ogni sito di campionamento un valore estetico. Hanno quindi correlato queste variabili con la densità di un indicatore / specie “bandiera”, il Codirosso. Infine, hanno valutato i requisiti ecologici del Codirosso su scala territoriale, mirando a definire una strategia accattivante che combina la conservazione della biodiversità e la fornitura di servizi ecosistemici nei paesaggi culturali. La densità di Codirossi era positivamente correlata alla ricchezza delle altre specie di uccelli e al valore estetico del paesaggio; quest’ultimo è correlato al valore del patrimonio culturale. La presenza di Codirossi è stata positivamente associata a siepi e filari di alberi, muri a secco, habitat marginali e alla diversità compositiva della copertura del suolo.
Hanno concluso che la gestione del paesaggio agricolo che mantiene i valori estetici e “tipici”, che significa principalmente conservare e migliorare i suoi tratti “tradizionali”, favorirebbe un indicatore / specie di punta e probabilmente la più ampia diversità di uccelli. Promuove inoltre il patrimonio e il valore ricreativo del paesaggio stesso, sottolineando l’importanza dell’integrazione sinergica di obiettivi multipli di conservazione in una strategia combinata.