Dal 19 settembre al 19 ottobre 2019, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia (Corso Strada Nuova, 65), sarà possibile visitare la Mostra a cura di Pierluigi Tozzi “Il paesaggio geometrico italiano di origine Romana”.
I Romani, in grande parte dell’Europa e nell’Africa mediterranea conquistate, avviarono una trasformazione profonda dell’ambiente, in cui dominavano selve e paludi. Con grandiosi interventi, ispirati a soluzioni tecniche sapientemente studiate e basati sull’uso costante delle medesime misure lineari, crearono un paesaggio nuovo, uniforme nella varietà dei luoghi, destinato agli uomini. I caratteri fondamentali sono rimasti funzionali fino a oggi. In particolare in Italia, dalla storia tormentata e lacerata da spinte divisive, la presenza e la continuità millenaria nelle diverse parti di identici schemi nella struttura di base del paesaggio costituiscono un forte fattore di connessione e di unità, almeno sul piano materiale.
Mappe antiche, rare carte storiche, foto aeree illimitate dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi, rilievi satellitari sempre più accurati, eseguiti con tecniche in costante progresso, schiudono amplissimi e rinnovati orizzonti di conoscenza dei paesaggi creati dai Romani, sia di quelli evidenti sulla superficie del suolo e per la continuità millenaria ben presenti nella memoria degli uomini, sia di quelli sepolti a seguito di sconvolgimenti naturali, gelosamente e lungamente celati nella memoria della terra, e riportati all’evidenza dalle grandi bonifiche dell’Ottocento e del Novecento.
Le nostre campagne e le nostre città prevalentemente si fondano su grandi e su piccoli moduli quadrati, che nel ripetersi misurano e definiscono gli spazi della vita degli uomini. Terre, città, vie e acque si connettono in compagini armoniche, che inducono o dovrebbero indurre gli uomini a riflettere sui valori dei grandi beni comuni, che appartengono indistintamente a tutti. Con diversa coscienza. Importanti gli esempi di Romagna, Emilia, Veneto, dove dominano rispetto e tutela dell’antico paesaggio.
Per contro, a Nord di Milano, la crescita di pluralità di sviluppi urbani, attenta per lo più a criteri parziali di utilità locale, ha devastato irreparabilmente la coerenza del quadro di insieme del paesaggio antico: corsi d’acqua come il Seveso e il Lambro, costretti entro una camicia di forza di cemento, cercano senza pace perennemente di spezzarla. E il legame del Presente col Passato è molto più profondo. I Romani pensarono e sperimentarono il rapporto città-territorio come il nesso fondamentale organico necessario per il funzionamento e la vita delle due componenti. Dalla coscienza di tale rapporto ebbe origine la formazione delle Provincie con la presenza vincolante di capoluoghi e di territori, che, se uno li esamina e li studia, riprendono spesso precisamente i distretti coloniali e municipali fissati caso per caso dai Romani. Le Regioni vennero dopo con Augusto, date in più, con finalità amministrative e politiche. Appunto una occasione di riflessione per i politici di oggi.
Inaugurazione giovedì 19 settembre 2019 , ore 17.00 – Intervengono Maurizio Harari e Pierluigi Tozzi.
Apertura della Mostra 19 settembre – 19 ottobre 2019
Da lunedì a venerdì: 8.30-18.30
Sabato: 8.30-13.30
Ingresso gratuito.