Il riscaldamento globale sta alterando la quantità di neve presente sulla Terra, con un importante impatto sugli ecosistemi e la conseguente disponibilità di acqua dolce, anche in quelle regioni imbiancate quasi tutto l’anno. Le osservazioni in situ del manto nevoso sono tuttavia scarse poiché molte di queste aree sono difficilmente accessibili, e la maggior parte dei dati arriva dai satelliti, con però errori e lacune spazio-temporali dovute ai limiti operativi dei singoli sensori.

Per misurare nel dettaglio le proprietà della neve e i relativi segnali elettromagnetici, la campagna SnowAPP finanziata dall’Accademia di Finlandia, nell’ambito del progetto Horizon 2020 “Intaros”, ha portato il mese scorso all’Arctic Space Centre di Sodankylä, nel nord del Paese, un team internazionale di esperti provenienti da Giappone, Cina, Francia, Svizzera e Italia.

Dall’Università di Pavia hanno partecipato Marco Pasian, Pedro Fidel Espín López (foto) e Lorenzo Silvestri del Laboratorio di Microonde. I tre ricercatori hanno svolto una serie di rilevazioni con il radar a microonde “made in unipv”, già testato sulle Alpi, che permette di analizzare la struttura interna della coltre bianca in termini di strati, densità, spessore e contenuto di acqua equivalente.

I dati raccolti consentiranno di sviluppare un nuovo modello che descriva l’interazione della radiazione elettromagnetica con la neve, come pure di migliorare le simulazioni sul clima. Lo studio permetterà inoltre di approfondire nuovi aspetti legati alle attività valanghive e alla gestione delle risorse idriche.

AT