L’iperplasia prostatica benigna è una patologia comune negli uomini di età avanzata che induce la crescita progressiva della prostata. È stato osservato che i tumori alla prostata presenti in uomini con prostate più grandi tendono ad avere caratteristiche patologiche più favorevoli, ma i meccanismi fondamentali che spiegano l’interazione tra iperplasia prostatica benigna e cancro alla prostata sono ad oggi sconosciuti.
Una recentissima ricerca condotta da Guillermo Lorenzo e Alessandro Reali, due ricercatori dell’Università di Pavia, in collaborazione con Hector Gomez e Pablo Dominguez-Frojan della Purdue University e con Tom Hughes della University of Texas at Austin (che ha ricevuto in passato una laurea honoris causa dall’Ateneo pavese), suggerisce una motivazione meccanica per questo fenomeno basata sull’idea che l’iperplasia prostatica benigna si opponga alla crescita del tumore producendo sforzi meccanici di intensità crescente nel tempo.
Questa ipotesi è supportata da un accurato studio condotto attraverso moderne tecniche di simulazione numerica, in cui un modello matematico di crescita dei tumori viene opportunamente accoppiato alle equazioni che descrivono la meccanica del problema.
I risultati di questa ricerca di grande impatto sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (https://www.pnas.org/content/early/2019/01/02/1815735116).
Inoltre, simulazioni di questo tipo potrebbero in futuro essere usate per predire in modo personalizzato (e alla scala dell’organo, in 3D) le conseguenze patologiche di questo fenomeno, aiutando così i medici a progettare una strategia ottimale di terapia per l’iperplasia prostatica benigna e il cancro alla prostata.
Nell’immagine seguente: Crescita del tumore alla prostata in un anno: dettagli dei risultati delle simulazioni per i casi in cui l’influenza dell’iperplasia prostatica benigna non venga considerata (a) o venga considerata (b).