Venerdì 11 maggio 2018, alle ore 13.30, presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, verrà presentato il libro “Il potere relazionato. Dialoghi sulle mafie di ieri e di oggi” (Edizioni Santa Caterina).

Intervengono:

Enzo Ciconte (Università di Pavia)

Michele Prestipino (Procuratore aggiunto, coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma)

Roberto Sparagna (Sostituto Procuratore del Tribunale di Torino)

Introduce:

Giovanna Torre, Rettrice Collegio Santa Caterina da Siena e curatrice del volume.

Locandina

Che cosa unisce le mafie di ieri e di oggi? Il fatto di essere non un potere alternativo a quello istituzionale, ma relazionato con esso. Ne trattano giornalisti, magistrati, politici e storici (da Bolzoni a Prestipino) in questo volume, che fa anche un bilancio di trentacinque anni della legge 416 bis (con interventi di Rognoni, La Torre e Dalla Chiesa) e affronta le sfide attuali della Procura Nazionale Antimafia nelle parole di chi vi ha dedicato la carriera, Roberti. Una parte è dedicata alle origini delle stragi del ’92 e al Maxiprocesso di Palermo (con testi di Ayala e Guarnotta) e ai venticinque anni di corruzione e anticorruzione, da Tangentopoli all’A.N.AC., con il magistrato Cantone e il giornalista Ferrarella. Perché capire è la migliore arma per combattere la mafia.

Il libro nasce dagli incontri pubblici organizzati dal Collegio Universitario S. Caterina da Siena di Pavia, a corollario del corso in  “Storia  delle  Mafie  italiane”,  riconosciuto  dall’Università  di  Pavia  e  tenuto  dal  professor  Enzo  Ciconte,  già parlamentare e consulente della Commissione antimafia e uno dei massimi esperti di organizzazioni criminali.

Una raccolta di testimonianze sul campo di chi combatte e racconta le mafie, da Michele Prestipino, Procuratore aggiunto, coordinatore della DDA di Roma, a Virginio Rognoni; da Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, a Nando dalla Chiesa e Franco Roberti. Fino a quelle dei giornalisti Attilio Bolzoni e Luigi Ferrarella.

«Il fenomeno mafioso – scrive Enzo Ciconte nella prefazione – non è un potere che si contrappone con le armi al potere dello Stato, come pensano coloro che sono convinti che le mafie siano un antistato, ma come un vero e proprio potere relazionato con il potere dello Stato e con gli altri, molteplici e variegati, poteri esistenti in Italia, alcuni visibili e altri rimasti nascosti. Solo così è possibile comprendere la lunga fortuna e durata plurisecolare della mafia, anzi delle mafie, e la loro straordinaria capacità di muoversi dal contesto dove sono nate e viaggiare dappertutto, in Italia e all’estero».

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