Dopo aver selezionato 14 nuovi FabSpace in vari paesi in tutto il mondo alla fine del 2017, il progetto FabSpace2.0 ha ufficialmente inaugurato la prima attività compartecipata dei 14 nuovi FabSpace durante il workshop FabSpace2.0 su “Sharing Practices To Spread the FabSpace Spirit”. Il workshop si è tenuto il 31 gennaio scorso, presso il Centro per l’Innovazione e la Gestione del Trasferimento Tecnologico dell’Università di Varsavia in Polonia. Tra i 4 nuovi FabSpace italiani anche quello che fa base al Laboratorio di Telecomunicazioni e Telerilevamento presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione dell’Università di Pavia.

FabSpace2.0 è la rete europea per l’innovazione basata sulle nuove tecnologie satellitari di osservazione della Terra e sull’evoluzione che queste apportano alla produzione, elaborazione e analisi di dati geospaziali a livello globale.

Durante il workshop, sono state usate le tre parole chiave: innovazione, simulazione e Osservazione della Terra (Earth Observation – EO). Il progetto FabSpace2.0 punta a stimolare l’uso innovativo e open dell’Osservazione della Terra (tra le università, la società civile, le istituzioni pubbliche o le aziende) per rendere il nostro pianeta un posto migliore in cui vivere condividendo l’utilizzo dell’osservazione della Terra (esperti, dati, software) con altre comunità. Questo obiettivo può essere raggiunto fornendo attività di formazione, seminari, eventi di innovazione, opendays, infrastrutture, comunicazione, ecc

Il workshop ha inoltre puntato particolarmente a condividere buone pratiche riguardo la strategia consapevole locale e operativa. A questo proposito il consorzio FabSpace2.0 si è detto pronto ad assistere allo sviluppo di una strategia di crescita comprensiva per i nuovi FabSpace. Questi saranno di grande aiuto nel consolidamento in tutto il mondo della missione del progetto FabSpace2.0, favorendo la disseminazione e guidando alla risoluzione delle loro necessità gli utenti finali nel campo delle applicazioni basate su Osservazione della Terra e geo-data.

Ecco la lista dei nuovi FabSpace, tra cui i nuovi 4 italiani provenienti da Torino, Pavia, Venezia, L’Aquila.

  • Venezia FabSpace (Italy) – IE4ST – Istituto Europeo per lo Sviluppo Tecnologico, Venezia;
  • Torino FabSpace (Italy) – Politecnico di Torino, ITHACA, Torino;
  • L’Aquila FabSpace (Italy) – Centro di Eccellenzaro Eccellenza CETEMPS, dell’università dell’Aquilaà, L’Aquila;
  • Pavia FabSpace (Italy) – Università Degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione, Pavia;
  • Bordeaux FabSpace (France) – Bordeaux INP, NSEIRB-MATMECA School of Engineers, Talence;
  • Brest FabSpace (France) – GIS Bretagne Télédétection (IMT Atlantique), InnovationBrest, Plouzané;
  • Nice FabSpace (France) – Université Côte d’Azur Le Grand Château, Faculty of Sciences; SKEMA Business School Nice;
  • Prague FabSpace (Czech Republic) – Czech University of Life Sciences Prague, Prague;
  • Castellon de la Plana FabSpace (Spain) – Universitat Jaume I, Institute of New Imaging Techniques Castellon de la Plana;
  • Vilnius FabSpace (Lithuania) – Vilnius University, Faculty of Chemistry and Geosciences, Institute of Geosciences Vilnius;
  • Yerevan FabSpace (Armenia) – National Academy of Sciences of The Republic of Armemia, Institute For Informatics and Automation Problems, Yerevan;
  • Yaoundé FabSpace (Cameroon) – EUREKA Geo, Institute de Formation Professionnelle Spécialisé dans les métiers de la Géomatique;
  • Limassol FabSpace (Cyprus) – Cyprus University of Technology, Eratosthenes Research Center, Limassol;
  • Noordwijk FabSpace (The Netherlands) – Space Solutions Foundation and Wageningen University and Research, Earth Informatics, Noordwijk.

Durante il workshop di Varsavia a cui hanno partecipato i sei componenti del consorzio e i ricercatori dei nuovi FabSpaces provenienti da Francia, Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Lithuania, Armenia, Cipro, Olanda e Camerun, il project coordinator Josiane Mothe dell’università di Tolosa III – Paul Sabatier (UPS) ha ribadito di essere molto felice di dare il benvenuto ai rappresentanti dei nuovi FabSpaces: “Li ho trovati molto motivati. Sono convinta che avranno molto successo nella diffusione dello spirito di FabSpace. Posseggono applicazioni complementari rispetto ai FabSpace fondatori. Questa è una reale opportunità per diffondere il concetto di FabSpace”.

Dopo l’inaugurazione ufficiale, ogni FabSpace potrà offrire il servizio di ‘Space Science Shop’ che accoglie le necessità e le sfide degli stakeholders (organizzazioni sociali, autorità pubbliche, industrie) collegandole ai domini applicativi dell’uso dell’Osservazione della Terra e della navigazione satellitare; per esempio, agricoltura e foreste; energia; ambiente ed efficienza delle risorse; sistemi di trasporto intelligenti; smart city; benessere e salute. Lo scopo finale è fornire un supporto indipendente alla ricerca partecipata per rispondere a dubbi e preoccupazioni degli stakeholders, offrendo un approccio dettato dalla domanda con modalità bottom-up ai servizi offerti dal FabSpace e alle richieste provenienti dagli stessi stakeholders.

“Noi siamo molto fieri dell’ingresso dei 4 nuovi FabSpace italiani nel network europeo, perché provengono da importanti università ed enti di ricerca con attività significative nel settore dell’Osservazione della Terra – sottolinea Fabio Del Frate, responsabile del progetto per l’Italia e professore presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “Tor Vergata” dove ha sede il primo FabSpace italiano inaugurato nel febbraio 2017 – Grazie all’ampliamento dei FabSpace sul territorio italiano e grazie allo stretto lavoro con gli incubatori di impresa di cui Lazio Innova, che è il nostro partner di progetto, è esempio di forte radicamento nel territorio, è possibile affermare che il progetto FabSpace2.0 diviene strategicamente rilevante a livello nazionale”.

Al tempo stesso Bernardo De Bernardinis, delegato nazionale in Copernicus e coordinatore dello User Forum Nazionale, ha sottolineato l’importanza del network FabSpace: “Lo User Forum Nazionale di Copernicus ha chiesto al network italiano dei Fabspace di integrarsi strutturalmente e attivamente nel quadro dei soggetti coinvolti e delle attività portate avanti nell’ambito dei Copernicus Relays e Academy. Questo al fine di contribuire con i suoi laboratori per l’open innovation a far crescere la conoscenza e la consapevolezza dell’utilità della progressiva adozione da parte delle diverse e molteplici comunità degli utenti nazionali di Copernicus di applicazioni, anche operative, di dati e informazioni satellitari e in generale dell’Osservazione della Terra”.

Esprime soddisfazione Frank Marzano, Direttore del Centro di Eccellenza CETEMPS dell’Università dell’Aquila, uno dei nuovi FabSpace italiani: “Pensiamo che il CETEMPS possa contribuire in maniera complementare alla attività degli altri FabSpace, in particolare di quelli italiani. Insieme ai nostri partners HIMET e LACR, vediamo il network FabSpace come un volano per accrescere le sinergie e l’innovazione, dal livello locale fino a quello internazionale.”

Con un breve intervento dal nuovo FabSpace di Pavia, Fabio Dell’Acqua, professore presso la facoltà di Ingegneria dell’università di Pavia, ha evidenziato come l’accesso alla rete FabSpace rappresenti una grande opportunità per il sistema pavese dell’innovazione. Le diverse idee imprenditoriali a tema spaziale nate in questo contesto troveranno nella rete FabSpace nuove opportunità di sviluppo e crescita verso una prospettiva globale.

Piero Boccardo, professore presso il Politecnico di Torino e direttore dell’Associazione ITHACA, considera l’iniziativa di estremo interesse alla luce della proficua collaborazione che in ITHACA stanno approfondendo i due soci Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo: “L’iniziativa può costituire il legame tra l’Associazione e le realtà imprenditoriali del territorio allo scopo di utilizzare proficuamente i dati di osservazione della terra per la prototipazione di nuovi servizi e prodotti.”

I nuovi FabSpace e i FabSpace fondatori fanno parte del network internazionale FabSpace2.0 che sarà lanciato all’inizio del 2019 e la cui natura giuridica sarà definita in base ai risultati del rapporto sulle iniziative europee e non europee con cui FabSpace 2.0 può creare sinergie. A questo scopo, le iniziative già esistenti principalmente in Europa saranno monitorate e saranno definite possibili azioni. Considerato il particolare valore aggiunto dei dati di Osservazione della Terra e dei servizi di navigazione satellitare nei paesi con minori servizi a terra (come ad esempio i paesi in via di sviluppo), particolare attenzione sarà inoltre data proprio ai paesi in via di sviluppo dal momento che ci si aspetta che il loro mercato delle imprese cresca. Alla fine, il network FabSpace sarà esteso in tutto il mondo.

Leggi l’articolo correlato:

Il Laboratorio di Telecomunicazioni e Telerilevamento UNIPV selezionato come nuovo “FabSpace 2.0”