Lo scorso lunedì 2 ottobre presso l’Ospedale San Matteo di Pavia, la testa della mummia di un giovane dell’Antico Egitto, conservata presso la Raccolta Archeologica dell’Università di Pavia, è stata sottoposta a Tomografia Computerizzata.

L’analisi è stata svolta dall’équipe multidisciplinare del Mummy Project Research (www.mummyproject.it), diretta da Sabina Malgora, in collaborazione con il team di radiologi del Prof. Fabrizio Calliada, sotto la supervisione del Prof. Maurizio Harari, docente di Etruscologia e Archeologia Italica e direttore della Raccolta Archeologica dell’Università di Pavia, del Prof. Paolo Mazzarello, Professore di Storia della Medicina e Presidente del Sistema Museale e della dott.ssa Anna Letizia Magrassi, curatrice della Raccolta, nell’ambito del progetto “GUARDARE E NON TOCCARE È UNA COSA DA IMPARARE! … sarà proprio vero?”, vincitore del bando della valorizzazione museale della Regione Lombardia.

L’esame è stato effettuato oltre l’orario della normale diagnostica medica, in modo da non interferire con la regolare attività dell’ospedale. I medici hanno quindi lavorato al di fuori del loro orario di lavoro, come volontari. Inoltre nell’equipe del Mummy Project Research durante l’esame erano presenti anche la Dott.ssa Chantal Milani, antropologa e capitano dei Ris di Roma, e la Dott.ssa Francesca Motta, Archeoantropologa. 

Il Mummy Project Research, che ha studiato il reperto, è un centro ricerche con sede a Milano, riconosciuto a livello internazionale, finalizzato allo studio approfondito dei reperti organici, in particolare mummie umane, e di animali attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica e investigativa, eseguite da un’équipe multidisciplinare, in grado di recuperare tutte le informazioni disponibili e di confrontarle nel panorama scientifico di riferimento, nel più completo rispetto dell’integrità e della conservazione dei reperti. Restituisce un’identità, il più possibile esaustiva, alle mummie oggetto di indagine, completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni e istituzioni culturali ed è assistito nella comunicazione da Vittoria Oglietti di Smov.

Lo scorso anno l’équipe ha studiato la mummia egizia di una donna, conservata sempre nella Raccolta Archeologica dell’Università, ricostruendone la vita e la morte. La sua storia e la ricostruzione forense del suo volto sono visibili nella nuova esposizione della collezione egizia, chiamata Egyptian Corner, inaugurata lo scorso marzo e curata sempre dalla dott.ssa Malgora.

In questo nuovo progetto l’attenzione è rivolta alla testa, sottoposta a indagini mediche in passato, appartenente a un ragazzo di origine caucasica (proveniente quindi dal Sud Europa o dall’Africa del Nord). La testa è in ottimo stato di conservazione. La notevole tecnica di imbalsamazione utilizzata fa pensare a un membro di classe sociale alta. La datazione la colloca in Epoca Romana. 

Le nuove indagini sono volte al recupero di nuovi dati, che potrebbero incrementare le conoscenze sia sulla vita sia sulla morte dell’individuo, ma anche sulle tecniche di mummificazione. Inoltre è prevista la ricostruzione forense del volto, che restituirà a questo giovane le sue sembianze permettendo a tutti, studiosi e appassionati, di vederne il viso.