Mercoledì 3 maggio 2017, alle ore 15.00, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia (Corso Strada Nuova, 65), sarà presentato il volume di Mario Albertini “Nationalism, federalism and european integration” a cura di Guido Montani, pubblicato nei Quaderni della rivista Il Politico (Rubbettino editore, 2017).
Introducono Giovanni Cordini, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, e Giorgio Anselmi, Presidente dell’Istituto di Studi federalisti “Altiero Spinelli – Ventotene”.
Intervengono Alessandro Cavalli e Jacques Ziller dell’Università di Pavia e Maurizio Ferrera e Alberto Martinelli dell’Università di Milano.
Presiede Silvio Beretta, docente dell’Università di Pavia e Presidente dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere.
Nel solco del Manifesto di Ventotene e dell’azione costituente di Altiero Spinelli, Mario Albertini (1919-1997), leader del federalismo europeo, ha posto le basi culturali e strategiche per la rivendicazione da parte dei cittadini europei dell’elezione a suffragio universale del Parlamento europeo e la creazione di un’Unione economica e monetaria, con una propria fiscalità e un governo democratico. Come filosofo della politica, Albertini ha mostrato come le ideologie tradizionali di liberalismo, democrazia e socialismo possano liberarsi dai miti dello stato nazionale e della sovranità esclusiva, rendendo così possibile l’affermazione dei valori della libertà, dell’eguaglianza politica e della giustizia sociale per l’intera comunità umana.
Mario Albertini ha vissuto nei difficili anni della Resistenza al nazi-fascismo e della guerra fredda, ma il suo pensiero non riguarda solo il suo tempo. La sua critica allo stato nazionale è attualissima e decisiva per comprendere la politica internazionale contemporanea. In alcuni scritti profetici ha saputo prevedere con lucidità il ritorno alla barbarie e i brutali conflitti che il XXI secolo sta sperimentando. In Cultura della guerra e cultura della pace, del 1984, scriveva: “Lo sviluppo tecnologico ha già condotto il genere umano sulla soglia della possibilità fisica della sua autodistruzione con la guerra o con la catastrofe ecologica; ma tutto ciò non ha ancora provocato alcun cambiamento nel modo di fare, di pensare e di studiare la politica. … Si pensa ancora allo stato con le concezioni del tempo (tutto il tempo sinora trascorso)… Così non si riconosce la spaventosa degenerazione degli stati, che si stanno trasformando da organizzazioni per la difesa della vita in organizzazioni che creano deliberatamente (stati egemoni) o subiscono passivamente (stati satelliti e neutrali), il rischio della estinzione del genere umano”.
Sito Biblioteca Universitaria http://www.bibliotecauniversitariapavia.it/bu/index.php?it/22/eventi/236/mario-albertini-nationalism-federalism-and-european-integration