Mercoledì 22 marzo 2017, alle ore 21.00, presso l’Aula Magna del Collegio Ghislieri di Pavia (Piazza Ghislieri, 4), si terrà l’incontro “Astrofisica spaziale. Dagli asteroidi al pianeta rosso”, nell’ambito degli eventi organizzati per i 450 anni del Collegio Ghislieri.
Interviene Giovanni Bignami, Astrofisico, Accademia dei Lincei.
L’evento, patrocinato dall’Associazione Alunni del Collegio, si inserisce nell’ambito delle iniziative organizzate dal Collegio Ghislieri per celebrare i 450 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1567 per volontà del pontefice Pio V, al secolo Antonio Ghislieri.
Nel corso della lezione saranno proiettati immagini e filmati inediti della NASA relativi alla simulazione di missioni di cattura e analisi degli asteroidi. Tra questi – assicura divertito Bignami – anche due immagini che provano che davvero gli americani sono stati sulla luna, con buona pace dei sostenitori delle teorie del complotto.
Quella di Bignami è la prima di una serie di lezioni che vedranno partecipare alcune tra le personalità più illustri provenienti dai diversi ambiti del sapere e della cultura. Tra i protagonisti dei prossimi incontri ci sono la virologa Ilaria Capua, il filosofo Massimo Cacciari e Paolo Mieli, che interverrà in veste di storico.
“Ci sembrava il modo migliore per festeggiare questa ricorrenza, indicando l’orizzonte in cui il Collegio si è mosso nel passato, si muove nel presente e si muoverà anche nel futuro – dichiara Andrea Belvedere, Rettore del Collegio Ghislieri – In particolare, la scelta di un personaggio come Giovanni Bignami è motivata dai suoi meriti scientifici, riconosciuti a livello internazionale. L’argomento della sua lezione, i viaggi spaziali, pensiamo possa interessare anche ai ragazzi delle scuole”.
Nella lectio magistralis di mercoledì sera, Giovanni Bignami parlerà dell’esplorazione degli asteroidi in vista di una futura missione su Marte. “Dal 1972 nessun essere umano ha mai oltrepassato l’orbita della Terra – spiega Bignami – È tempo di rimediare e tutte le potenze spaziali ci stanno pensando, con obiettivi diversi. Meglio andare al di là della luna: il primo obiettivo interessante sono gli asteroidi che sfrecciano vicino alla Terra: un eccellente allenamento in vista dello spazio profondo. In più, offrono nuove possibilità alla space economy grazie alle risorse minerarie presenti in abbondanza, molto più che sulla crosta terrestre. Una missione esplorativa sarebbe l’ideale per lanciarsi verso Marte. Secondo un modello studiato da Carlo Rubbia e da me qualche anno fa, una missione di andata e ritorno su Marte richiederebbe almeno un anno con un motore a propulsione nucleare. E la propulsione nucleare, a fissione e a fusione, sarà comunque necessaria per l’esplorazione dello spazio profondo al di là di Marte. Oggi tutti vogliono andare su TRAPPIST-1, pubblicizzato dalla NASA – anche se non è un risultato NASA – per i suoi pianeti che già si immaginano pieni di vita lussureggiante. Chissà se è così. Ma per arrivarci dovremmo studiare metodi di propulsione più efficaci. In altre parole, dovremmo reinventare Star Trek”.
***
Giovanni Bignami (Desio, 1944) è un astrofisico italiano. Membro dell’Accademia dei Lincei, attualmente è professore ordinario di Astronomia e Astrofisica presso lo IUSS di Pavia. Fin dalla sua laurea in Fisica – conseguita nel 1968 all’Università di Milano – si occupa di ricerca spaziale in Italia, Europa e Stati Uniti. In particolare, è noto per l’identificazione e la comprensione di Geminga, la prima stella di neutroni senza emissione radio, che nel 1993 gli sono valse il Premio Bruno Rossi della American Astronomical Society. Dal 2007 al 2008 è stato Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, dal 2010 al 2012 ha presieduto il COSPAR – Comitato Mondiale per la Ricerca Spaziale e dal 2011 al 2015 è stato Presidente dell’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica. Collabora con numerosi quotidiani e riviste, tra cui il Corriere della Sera, Il Sole24Ore, Il Messaggero, La Stampa, l’Espresso e Panorama. È noto al grande pubblico per la sua partecipazione a Superquark di Piero Angelo, dove cura la rubrica Polvere di stelle.