Lunedì 29 febbraio 2016 alle ore 21.30 presso l’Aula Magna dell’Università di Pavia si terrà l’evento “Il silenzio è dolo”, organizzata da UDU – Coordinamento per il diritto allo studio. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo concesso dalla Commissione Permanente Studenti dell’Università di Pavia nell’ambito del programma per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti.
Intervengono:
Ismaele La Vardera, giornalista d’inchiesta per OpenSpace e Le Iene dopo l’esperienza con Telejato di Pino Maniaci, Presidente Associazione Nazionale Verità scomode.
Marco Ligabue, cantautore emiliano.
Ismaele La Vardera nasce a Palermo. Impegnato già da giovanissimo nell’attività di rappresentanza studentesca e appassionato di giornalismo, scrive per il giornalino d’Istituto. Nel 2013 conosce il coraggioso giornalista siciliano Pino Maniaci che gli propone di collaborare con la sua Telejato, piccola emittente televisiva comunitaria siciliana – gestita dalla famiglia Maniaci dal 1999 – nota principalmente per le sue campagne contro Cosa nostra, con sede a Partinico e ricoprente un bacino d’utenza caratterizzato storicamente da una forte presenza mafiosa: Alcamo, Castellammare del Golfo, San Giuseppe Jato, Corleone, Cinisi, Montelepre. Ismaele attraverso una conversazione registrata con un consigliere comunale di Villabate, riesce a svelare le irregolarità nella scelta degli scrutinatori per le elezioni europee. Irregolarità che piombano come un macigno sull’intera amministrazione comunale, che però si difende a resta in carica. Qualche mese dopo però la svolta. La nota trasmissione “Le Iene”, dedica un servizio all’inchiesta che aveva realizzato Ismaele. Ed è così che lo stesso giorno della messa in onda del servizio il sindaco di Villabate con tutta la giunta rassegnano le loro dimissioni. La notizia fa il giro velocemente e diversi sono i giornali che si occupano della vicenda. Nel mese di dicembre 2014 esce il suo primo libro edito da Navarra, dal titolo “Le piccole cose fanno la differenza”. Con la prefazione di Lirio Abbate giornalista de “L’Espresso” e postfazione di Lucio Luca vicecapo redattore esteri de “La Repubblica”. A gennaio 2015 presso Montecitorio presenta il progetto nazionale “Il Silenzio è dolo”. Un brano denuncia contro tutte le mafie. Il brano realizzato dal cantautore emiliano Marco Ligabue, con la collaborazione di Othelloman e Lello Analfino diventa un vero e proprio slogan contro ogni forma di silenzio. Marco Ligabue in diverse occasioni ha dichiarato: “Ho conosciuto la storia di Ismaele e non potevo non raccontarla in musica, in lui ho trovato la voglia di riscatto dei giovani italiani”.
“Il silenzio è dolo” vuole essere una forma artistica di denuncia contro tutte le mafie, una forma di riscatto per milioni di giovani che provano ad alzare la testa contro chi “ha voluto farci credere che il silenzio è d’oro”. Anche il giudice, e dal 2012 presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Nino Di Matteo, appoggia tra gli altri il progetto: “la mafia ha sempre prosperato nel silenzio, i mafiosi vogliono che di mafia non si parli – dichiara Di Matteo – il silenzio ha fatto danni quanto il piombo mafioso. Senza il silenzio e l’omertà dei pavidi, la mafia non sarebbe mai stata forte come purtroppo è diventata. Per i mafiosi il silenzio è d’oro, io credo che il silenzio è dolo”. Anche Marco Ligabue, nell’accettare di sviluppare e portare avanti questo ambizioso progetto polimediale, ha dichiarato: “se c’è una cosa che non concepisco è il sogno negato a un ragazzo o una ragazza di vent’anni. Per questo, una volta ascoltata la storia di Ismaele, è nata questa canzone. Le canzoni non cambiano il mondo ma possono essere parte di “quelle piccole cose che fanno la differenza”. E possono essere miccia che accenda un fuoco, e io mi auguro che si faccia sempre più grande”.