Nell’ambito del ciclo “I Giovedì del Collegio Cairoli”, giovedì 26 novembre 2015 alle ore 18.00 nell’Aula Magna del Collegio (Piazza Cairoli), il Prof. Michele De Luca, Ordinario di Biochimica e Direttore del Centro Interdipartimentale delle Cellule Staminali e di Medicina Rigenerativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia, terrà una conferenza dal titolo “Cellule staminali fra scienza, pseudoscienza ed etica”.

Esistono due tipi principali di cellule staminali: le staminali embrionali, le uniche pluripotenti in natura e capaci di dare origine a tutte le cellule dell’organismo e le staminali adulte, capaci di auto-rinnovarsi e di mantenere l’integrità dei tessuti in cui risiedono per tutta la vita dell’individuo. In questi ultimi anni le conoscenze sulla biologia dello sviluppo hanno consentito la generazione delle cellule pluripotenti indotte (iPS), generate mediante riprogrammazione di cellule adulte differenziate. La prima applicazione clinica di cellule staminali fu l’infusione di cellule staminali ematopoietiche attraverso il trapianto di midollo osseo. Studiando le morti per aplasia midollare seguite alle bombe atomiche fatte esplodere a Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945, gli scienziati compresero che, irradiando il midollo di malati leucemici e ripopolandolo con cellule staminali ematopoietiche sane, i pazienti erano in grado di produrre nuove cellule del sangue. Le cellule staminali epiteliali rappresentano la prima tipologia di cellule staminali applicate con successo in clinica dopo la loro coltivazione in laboratorio. Si tratta di cellule organizzate in un’architettura laminare, quasi bidimensionale, più semplice da riprodurre in vitro di altri organi dalla struttura più complessa. Colture di cellule staminali epidermiche generano lembi di epidermide utilizzati come terapia salvavita in pazienti con gravissime ed estese ustioni di terzo grado. Il percorso fatto per arrivare a questa terapia ha permesso di conoscere a fondo la biologia delle cellule staminali epiteliali e i meccanismi molecolari che ne regolano l’auto-rinnovamento, la proliferazione e il differenziamento e ha aperto la strada a nuovi studi clinici, tutti sviluppati dal nostro gruppo di ricerca, sia su cellule epidermiche geneticamente modificate sia su altre tipologie di cellule staminali epiteliali, come quelle uretrali, per la rigenerazione dell’uretra in pazienti affetti da ipospadia posteriore, e quelle limbari, responsabili della rigenerazione dell’epitelio corneale. Di particolare rilevanza è la terapia cellulare per la ricostruzione della superficie corneale danneggiata da ustioni chimiche, basata su colture di cellule staminali limbari autologhe, applicata con successo su centinaia di pazienti, con pieno recupero della capacità visiva nel 75% dei pazienti trattati. La rigenerazione corneale si è dimostrata stabile nel tempo, anche dopo molti anni di follow-up, e, nel 2015, è stata autorizzata dall’Unione Europea. La coltura di cellule limbari, registrata con il nome di Holoclar, è la prima terapia avanzata formalmente a base di cellule staminali autorizzata al commercio nel mondo occidentale. Abbiamo attualmente in corso sperimentazioni cliniche di Fase I/II per la terapia genica ex vivo di una devastante malattia genetica della pelle, l’Epidermolisi Bollosa, mediante colture di cellule staminali epidermiche geneticamente modificate. Queste tre tipologie di cellule (emopoietiche, epidermiche e limbari) possono essere considerate ancora oggi le uniche cellule staminali effettivamente impiegate come terapie consolidate. Accanto a esse, altre tipologie di cellule, prive di evidenze terapeutiche, sono state applicate ai pazienti in varie “cliniche della speranza”, soprattutto nei Paesi dove i controlli da parte delle istituzioni sono meno serrati. In questo contesto si inserisce il cosiddetto “caso Stamina”: per molti mesi presunti trattamenti miracolosi a base di staminali sono stati protagonisti assoluti di salotti televisivi e pagine di cronaca. E soprattutto, cosa ben più grave, sono riusciti a tenere in scacco anche alcune istituzioni politiche e sanitarie del nostro Paese, grazie all’incomprensibile sostegno di alcuni giudici che hanno imposto trattamenti non validati dalla scienza. Nel frattempo, nei paesi dove l’uso delle cellule staminali embrionali è consentito, sono partite sperimentazioni cliniche di Fase I/II mirate soprattutto alla terapia di malattie degenerative della retina e al morbo di Parkinson. Discutibili problemi etici impediscono per ora lo sviluppo di questi importanti studi nel nostro Paese.

Michele De Luca, nato a Savona il 17 maggio 1956, si è laureato in Medicina nel 1980 e specializzato in Endocrinologia nel 1984. È professore Ordinario di Biochimica, Direttore del Centro per la Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, Direttore del Centro Interdipartimentale delle Cellule Staminali e delle Medicina Rigenerativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Direttore Scientifico di Holostem Terapie Avanzate S.r.l., Modena. È stato Direttore Scientifico della Fondazione della Banca dell’Occhio di Mestre (2002-2007), Direttore del Laboratorio di Ingegneria Tissutale dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IRCCS) di Roma (1996-2002), vice Direttore del Laboratorio di differenziazione cellulare dell’Istituto di Ricerca sul Cancro di Genova (1992-95), assistente nello stesso laboratorio dal 1986 al 1992. Visiting scientist al Dipartimento di Biologia Cellulare della Harvard medical School di Boston (1985), fellow al National Institute of Srthritis, Diabetes, Digestive and Kidney Diseases (NIADDK), NIH, Bethesda (1982-1985). È uno dei membri fondatori della Società Internazionale della Superficie Oculare, membro di numerose società scientifiche e membro di comitati nazionali e internazionali. È autore di oltre 120 pubblicazioni scientifiche nelle maggiori riviste internazionali e autore di 6 patenti internazionali. È stato invitato in più di 150 meeting e simposi internazionali, in quanto riconosciuto a livello internazionale come il leader scientifico nella studio della biologia delle cellule staminali degli epiteli stratificati, tesa alle applicazioni cliniche nella medicina rigenerativa. I suoi studi hanno giocato un ruolo centrale nella comprensione della terapia mediata dalle cellule staminali e nella terapia genica. Oltre il suo lavoro pionieristico sull’uso di colture di cellule staminali epidermiche nella terapia salvavita delle ustioni di 3° grado estese, nella repigmentazione della vitiligine stabile e del piebaldismo De Luca e la sua principale collaboratrice, Graziella Pellegrini, furono i primi a prospettare e a usare con successo colture di staminali epiteliali umane per la rigenerazione uretrale nell’ipospadia posteriore e le colture delle staminali limbiche nella rigenerazione corneale nei pazienti con grave deficienze di staminali limbiche. Questo ultimo trattamento ha portato al recupero della vista in pazienti con modeste/nulle alternative terapeutiche. Michele De Luca ha coordinato il primo e favorevole trial clinico ex-vivo di terapia genica mediata da cellule staminali nella Epidermolisi Bollosa Giunzionale. È attualmente impegnato nello studio dei meccanismi molecolari che regolano il potenziale di regolazione della proliferazione, evoluzione clonale e la quiescenza mitotica delle staminali epiteliali.

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